Un 44enne si era chiuso in auto con un sacchetto di plastica in testa, provvidenziale l’intervento dei militi. E’ il terzo negli ultimi due mesi che cerca la morte
Il 44enne aveva deciso di morire nella sua auto, con un sacchetto di plastica in testa, sigillato con il nastro adesivo. Ed è mancato davvero poco che non vi riuscisse. Fino a quando il maresciallo Sullutrone, anche se ormai l’uomo sembrava morto, con un gesto disperato e provvidenziale, lo ha tirato fuori dall’auto, gli ha strappato il sacchetto dalla testa ed ha cominciato a rianimarlo, prima con un massaggio cardiaco, poi con la respirazione bocca a bocca. Ed il 44enne ha ricominciato a respirare, piano piano, a fatica, fino a quando non è giunta un’autoambulanza dotata di rianimatore. Poi la corsa all’ospedale di Avellino, dove l’uomo è stato finalmente dichiarato fuori pericolo, prima di essere trasferito all’ospedale di Solofra per ulteriori accertamenti psichici.
È il terzo tentato suicidio in due mesi ad Atripalda: dopo Enza e Orazio che dopo aver provato a morire ora lottano per vivere, lo stesso assurdo, estremo gesto ha provato a compierlo A.C., sembra per ragioni economiche. Ma è stata la moglie, prima ancora dei carabinieri e dei sanitari, ad evitare che si consumasse una tragedia irreparabile quando, verso ora di pranzo, non vedendo rincasare il marito si è rivolta ai militi. Immediatamente sono partite le ricerche in tutta la città, fino a quando la Fiato Bravo rossa è stata notata nel parcheggio di fronte al Centro servizi. Ancora pochi attimi e sarebbe stato troppo tardi. Fortunatamente, grazie ad un uomo in divisa, non è stato così.