L’assurda vicenda di Sabino, finito sotto processo dopo la nascita del figlio
Sabino, operaio atripaldese di 33 anni, è stato al centro di una intricata vicenda giudiziaria perché accusato di stalking e minacce, imputazioni cadute una ad una grazie alla difesa degli avvocati Nicola D’Archi e Sonia Petrillo.
L’operaio, molto conosciuto ad Atripalda, si innamorò di una ragazza e tra i due cominciò una relazione. I problemi non tardarono ad arrivare, poiché i genitori di lei non vedevano di buon occhio la loro storia. I ragazzi, tuttavia, continuarono a frequentarsi di nascosto. Con il passare del tempo, però, la situazione diventò difficile: la ragazza non si poteva allontanare di casa e l’unica via d’uscita sembrò essere quella di allontanarsi dalla casa paterna. Per raggiungere questo obiettivo, i due giovani decisero di avere un figlio: all’inizio del 2012 la ragazza scoprì di aspettare un bambino.
«Da questo momento cominciò il calvario di Sabino – ci racconta al telefono l’avv. D’Archi – : gli venne impedito di stare vicino alla compagna e di riconoscere il figlio. Nell’agosto 2012 Sabino non conosceva le condizioni in cui si trovava la ragazza e tentò di avvicinarla grazie all’intercessione del parroco di Atripalda, don Enzo, che mise in contatto i due. Sembrò essere il punto di svolta ed invece, da questo avvenimento scaturirono altri guai. Sabino venne accusato di stalking e minacce che portarono ad un processo nei suoi confronti.
Venne chiamata a testimoniare anche la ragazza che sembrò imbarazzata, arrivando ad asserire che le minacce si riferivano al mancato riconoscimento del figlio».
Dopo una serie di incontri tra imputato e controparte Sabino è stato assolto da tutte le accuse perché il fatto non sussiste. Una vicenda che si è conclusa nel migliore dei modi per l’operaio e magari anche per il piccolo che potrebbe finalmente avere un padre.