Gestione “Valleverde”, il presidente Cucciniello non ci sta


Resoconto completo dell’incontro pubblico svoltosi dopo la denuncia dell’Udc sulla mancata volturazione delle utenze dell’impianto sportivo

Il presidente dell'Abellinum calcio, Alfredo Cucciniello

Il presidente dell’Abellinum calcio, Alfredo Cucciniello

Se l’incontro svoltosi diversi giorni fa al campo “Valleverde” (e riportato oggi per ragioni legate alla pausa estiva della redazione) doveva servire a far conoscere il lavoro ed i sacrifici profusi dalla società sportiva Abellinum calcio 2012 per cambiare il volto di un monumento al degrado e all’incuria, utilizzato – così pare – addirittura come casa d’appuntamenti o per giocare alle slot machine, trasformandolo in un impianto funzionale (che il prossimo anno ospiterà anche la scuola calcio del “drago” biancoverde Gigi Molino), è stato ampiamente esaustivo e convincente. La società del presidente Alfredo Cucciniello, che nel frattempo ha anche vinto un paio di campionati, passando dalla Terza alla Prima Categoria, si è data davvero parecchio da fare per far sì che un mucchio di rovine diventasse un invidiabile luogo di pratica sportiva.

Ma ne parleremo diffusamente più avanti.

L’incontro pubblico, però, dal titolo “Valleverde: ieri, oggi e domani…” è stato convocato qualche giorno dopo che il gruppo consiliare dell’Udc, nel corso di una conferenza stampa, ha denunciato che a distanza di un anno dall’affidamento definitivo della struttura sportiva all’Abellinum Calcio 2012 ancora non sono state volturate le utenze come previsto dalla convenzione e, dunque, vi è il dubbio che le bollette del gas, dell’energia elettrica e dell’acqua, per circa 500 euro mensili siano ancora pagate coi soldi del Comune (come è sempre avvenuto sinora) e non della società (come previsto dal bando di affidamento). E la denuncia del gruppo consiliare dell’Udc era chiaramente indirizzata non a colpevolizzare la società sportiva, ma ad evidenziare come l’Amministrazione comunale sia poco attenta a gestire il denaro dei cittadini.

La vicenda si è prestata a qualche strumentalizzazione di troppo ed il presidente Alfredo Cucciniello ha convocato le istituzioni, i cittadini e la stampa al “Valleverde” per provare a spiegare la posizione della società. «Per quanto ci riguarda – ha dichiarato il numero uno del sodalizio sportivo – abbiamo chiesto la volturazione delle utenze, ma ci è stato risposto, in particolare dalla Sidigas, che non era possibile fino a quando il Comune non avesse azzerato il proprio debito per diverse migliaia di euro in essere dal 2012. Perciò adesso è ancora il Comune che paga le bollette, dopodiché, attraverso una lettera raccomandata, ci porta a conoscenza della relativa somma da versare direttamente sul conto corrente del Comune. Se la convenzione è inapplicabile non è certo per colpa nostra. E se qualche “alieno”, anziché convocare conferenze stampa, facendo intendere una mancata vigilanza o un trattamento di favore, avesse chiesto prima a noi come stanno le cose avrebbe evitato di dire sciocchezze. Cerchiamo di non farci la guerra perché una guerra fa sempre morti e feriti».

Dunque, la società sportiva c’ha tenuto a chiarire che se permane un simile stato di fatto la responsabilità non è dell’Abellinum. All’incontro erano presenti sia il sindaco Paolo Spagnuolo che l’assessore al bilancio Domenico Landi, ma nessuno dei due ha aggiunto una parola al discorso del presidente in merito alla mancata volturazione, tant’è che all’indomani il consigliere dell’Udc, Geppino Spagnuolo, più volte attaccato dal presidente Cucciniello, è tornato sull’argomento: «Premesso che non ho potuto partecipare all’incontro perché non sono riuscito a liberarmi da impegni di lavoro – ha esordito l’ex assessore – ho preso atto, da ciò che mi ha riferito il mio capogruppo consiliare Musto, che l’Amministrazione non è stata ancora in grado di fornire una risposta sulla mancata volturazione delle utenze. La reazione del presidente Cucciniello, inoltre, mi ha un po’ sopreso perché nel corso della nostra conferenza stampa non abbiamo criticato la gestione del Valleverde, ma solo quella del Comune, che a distanza di un anno dalla stipula della convenzione ancora anticipa i soldi per le utenze del campo sportivo. E nessuno ha ancora spiegato come mai il vecchio debito con la Sidigas ancora non è stato azzerato nonostante tutti i soldi del “Decreto 35” incassati proprio per pagare i debiti arretrati. E nessuno ha chiarito se, nel frattempo, i soldi anticipati nell’ultimo anno sono stati recuperati, e se e come il Comune intende regolarsi per il futuro per evitare che persista una situazione del genere. Insomma, una vicenda molto semplice e chiara, che per noi rappresenta esclusivamente un esempio di come il Comune stia poco attento a come spende i soldi dei cittadini, che avremmo denunciato in Consiglio comunale durante la discussione sul Rendiconto 2015 se la maggioranza non fosse scappata anzitempo, rispetto alla quale la società che gestisce il “Valleverde”, che apprezziamo per il lavoro che svolge, non c’entra nulla, è stata distorta e caricata ad arte. E, mi fermo qui, tralasciando volutamente di commentare le numerose cadute di stile e le informazioni errate che hanno condito una serie di argomentazioni e considerazioni».

Il presidente Cucciniello, infatti, sia nei giorni precedenti che durante l’incontro pubblico non ha nascosto anche utilizzando termini forti la sua amarezza per come una vicenda, ovvero quella delle utenze del Valleverde, sia stata sollevata quasi come un esempio di spreco di denaro pubblico.

Ma aldilà, comunque, della “vexata quaestio” delle utenze, l’occasione è stata utile per far conoscere molte cose sul “Valleverde”, sui numerosi sforzi che la società sportiva ha compiuto già da prima che divenisse affidataria definitiva dello stadio comunale, del “movimento” sociale che si sta cercando di far nascere intorno allo sport, spesso fra l’indifferenza di tanti, cittadini, istituzioni, politici e società sportive, dei sacrifici economici compiuti e delle speranze per il futuro.

«Stasera solo solo a parlare – ha esordito Cucciniello davanti ad una discreta platea accorsa al Valleverde per ascoltare lo sfogo del presidente – perché è opportuno che si dia il senso di come ci sentiamo, cioè soli! Il “Valleverde” è una struttura a me molto cara perché qui ho visto la mia prima partita di calcio, un derby fra Atripalda e Avellino nella stagione 1963/64, qui ho giocato la mia prima partita di un torneo degli uffici e, infine, qui è successa anche un’altra cosa che dirò più avanti. Questo campo, dunque, è stato costruito almeno 50 anni fa, due secoli dopo il cimitero, due millenni dopo Abellinum… Insomma, il “Valleverde” esiste da un bel po’ di tempo… Abbiamo finora subito con cristiana rassegnazione una serie di attacchi, di imprecisioni e di mezze verità. Avremmo continuato a stare in silenzio se non fossimo stati costretti a parlare da come la vicenda è stata affrontata dalla stampa ed in particolare… dalla televisione. La nostra società è nata nel 2012 con lo scopo di far giocare a calcio chi non aveva la possibilità di farlo. All’epoca il campo era inagibile perché qualche “alieno” aveva pensato bene di seminare l’erbetta, ma non ha attecchito… Dove stava allora chi parla oggi? La prima stagione 2012/13 l’abbiamo giocata in perfetta solitudine a Cesinali, abbiamo vinto il campionato di Terza categoria ottenendo la promozione in Seconda. Fu organizzata una riunione in Comune fra tutte le società sportive per capire se c’erano le condizioni per lavorare insieme, ma litigammo e non si ne fece nulla. Il campionato di Seconda categoria – ha continuato il presidente – lo abbiamo giocato a Pratola Serra pagando 100 euro a partita. Poi il Comune invitò le società sportive a farsi avanti e su sei società che all’epoca esistevano ad Atripalda rispondemmo all’invito soltanto noi dell’Abellinum. Il campo ci fu affidato in via provvisoria e il Comune risparmiò in un colpo solo circa 40mila euro, cioè circa 6mila euro all’anno che venivano dati alla società sportiva che lo utilizzava e circa 34mila euro di stipendio e oneri riflessi del dipendente comunale che lo gestiva, oltre le utenze… Al termine della stagione il campo fu riaperto a… porte chiuse perché riuscimmo ad ottemperare “solo” a 14 delle 16 prescrizioni imposte dalla Commissione pubblici spettacoli: revisione impianti, pulizia interna ed esterna, servizi igienici, estintori, spogliatoi, accesso per disabili, segnaletica, polizza assicurativa, campo di gioco e tante altre cose, fra cui anche la sistemazione di una rampa di accesso giudicata troppo ripida (ma mica l’avevamo costruita noi?!). Lavori di ordinaria e straordinaria amministrazione per circa 20mila euro che ci saremmo aspettati bastassero a farci assegnare la gestione dell’impianto per un lasso di tempo più ampio avendo dimostrato che potevamo farcela. Ma non fu così, il Comune preferì pubblicare un bando a cui partecipò legittimamente ma discutibilmente anche un’altra società, la gara fu annullata per un vizio di forma e a quella successiva partecipammo solo noi. Nel giugno dello scorso anno abbiamo firmato la convenzione ed in quel momento è iniziato un tour de force per rispettarla e per mettere l’impianto nelle condizioni di funzionare: da marzo a oggi con l’arch. Massimiliano Amore abbiamo speso 1.400 euro solo per mettere a posto le carte. Ma le cattiverie non erano finite perché le altre società di Atripalda preferirono giocare altrove e qualcun’altro si rivolse alla Procura avendo da ridire su come si era svolta la gara di affidamento. Dove stava allora chi parla oggi? Non ci aspettiamo un grazie, ma almeno il rispetto. Anziché organizzare conferenze stampa si poteva venire a chiedere noi perché non erano state ancora volturate le utenze. A parte il sindaco e qualche assessore quaggiù non abbiamo mai visto nessun consigliere: dove stavano quando il Comune spendeva 40-50mila euro all’anno per il Valleverde? Non ce l’ho con le persone, ma con un modo di fare: perché strumentalizzare l’Abellinum per una polemica politica? Ci verrebbe da rispondere: ma andate tutti a quel paese! Abbiamo l’impressione che più ci sforziamo per avere le carte in regola e più ci avviciniamo alla chiusura definitiva del “Valleverde”, una struttura che ha tanti problemi, nessuno, però, sorto dopo il 2012, cioè dopo la nostra nascita. Voglio rassicurare i cittadini: l’Asd Abellinum non costa, non ruba e non specula, ma offre spettacolo gratis alla città. In due partite di campionato, lo scorso anno, abbiamo provato a raccogliere le offerte degli spettatori piazzando una scatola di scarpe vuota davanti all’ingresso: abbiamo raccolto 1 euro e 85 centesimi… L’altro motivo per cui questo posto mi è caro è che 35 anni fa qui mi sono fidanzato con mia moglie, al concerto di Pino Daniele. Ho letto che il Comune spenderà 40.500 euro per pagare le iniziative del programma estivo, praticamente i soldi che risparmia ogni anno da quando la gestione del “Valleverde” è stata affidata a noi e perciò ci sentiamo i finanziatori morali dell’estate atripaldese. E una parte degli eventi avrebbe potuto essere realizzata proprio qui, gratis, ma non capiamo perché non è stato fatto. Recuperiamo i valori di simpatia ed empatia, di coesione sociale, di dare una risposta all’abbrutimento», ha chiosato amaramente Cucciniello.

Al lungo intervento del presidente sono seguiti quelli del maestro Carmine Tranchese: «Un paio di anni fa ho visitato il campo perché c’era l’intenzione di organizzare una manifestazione, ma le pessime condizioni in cui versava non lo resero possibile. Oggi è un’altra cosa, ma quando si prova a fare qualcosa di buono si trova sempre il modo per non farla fare, come la “piazzetta degli artisti”. Do atto al presidente Cucciniello che sta facendo cose positive per il paese». Poi il consigliere comunale Ulderico Pacia, tirato in ballo, pur senza essere nominato, dal presidente Cucciniello perché ha sollevato dubbi sulla regolarità della gara di affidamento: «E’ vero, ho sollevato dubbi su come si è svolta la gara – ha dichiarato il consigliere – ma non ho avuto risposte. Sono convinto che se le cose vengono fatte bene nessuno può obiettare. Non ho nulla contro qualcuno, ho solo esposto i fatti a chi di dovere, avendo avvisato tutti quanti per tempo di quali rischi si potevano correre. E credo di averlo fatto anche nell’interesse dell’Abellinum perché se la gara non era regolare la società avrebbe potuto subire dei danni e spendere denaro inutilmente». Poi ha preso la parola il sindaco Paolo Spagnuolo: «La gestione del “Valleverde” è l’esempio di come pubblico e privato quando vogliono possono fare belle cose insieme. E ringrazio il presidente Cucciniello. Nel 2012 questa struttura era in pessime condizioni nonostante al Comune costava circa 50mila euro all’anno. C’era addirittura una stanza tutta rosa e un’altra con le slot machine. Abbiamo resettato tutto, preferendo chiuderla con una scelta altamente impopolare, sperando di poterla mettere al servizio della città solo quando fosse stata funzionante. Con un eccesso di zelo abbiamo deciso di affidare il campo sportivo attraverso una gara ed è stata una scelta vincente. Dunque un bravo anche a me ed ai miei colleghi, un grazie a Cucciniello e a chi gli da una mano. Il prossimo anno vi saremo più vicini, perché sappiamo che la gestione di una squadra e di una struttura costano molto. Anzi, colgo l’occasione per lanciare un appello ai commercianti di Atripalda a sostenere l’Abellinum calcio». Anche l’ex consigliere comunale Antonio Acerra ha speso qualche parola: «Dobbiamo essere grati all’Abellinum anche per aver rinverdito i fasti sportivi della città. La valenza sociale di una attività del genere è sotto gli occhi di tutti: sono centinaia i ragazzi impegnati con il calcio. L’invito che voglio rivolgere a tutti è quello a fare qualche fatto in più e qualche polemica in meno. Stiamo più vicini a questa realtà per rendere un bel servizio alla comunità e ai ragazzi». Ed, infine, arrivato apposta da Benevento, Antonio Meola, vicepresidente nazionale Us Acli ha dato atto alo presidente Cucciniello del suo impegno: «In queste cose c’è tutto da perdere e nulla da guadagnare. Gli impianti sportivi hanno un costo di gestione molto alto: costa meno una squadra che un campo, vi lascio perciò immaginare quanto sia difficile». E Cucciniello ha commentato: «Era meglio se non me lo ricordavi… Comunque stiamo ballando e continueremo a farlo. Non arretreremo perché… la marcia indietro non sappiamo cosa sia».

E sul grande televisore piazzato alle spalle del presidente scorrevano le foto del “Valleverde” com’era prima che arrivasse l’Abellinum e com’è oggi. Naturalmente il lavoro svolto dalla società in questi due anni di gestione prima provvisoria e poi definitiva è stato eccezionale, soprattutto se si considera che a tirare fuori i soldi è stato unicamente il presidente Cucciniello.



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