Lettera aperta del parroco di Sant’Ippolisto alla comunità atripaldese: «Ogni persona deve avere la possibilità di sentirsi ascoltato e accolto»
Carissimi amici tutti,
vi chiedo scusa per la modalità con cui vi raggiungo, credo molto però nei mezzi di comunicazione e spero di raggiungere un maggior numero di persone attraverso i media. Da circa un anno sono in mezzo a voi e penso che ormai ci stiamo conoscendo bene. Vi scrivo perché sento la necessità di creare una relazione vera con ciascuno di voi. Mi hanno sempre insegnato che per vivere relazioni autentiche bisogna conoscersi bene, ergo: dobbiamo incontrarci faccia a faccia!!!
Prima però di invitarvi per incontrarci, vorrei esporre le ragioni per cui io vorrei farlo.
Innanzitutto l’invito è rivolto alle Famiglie.
- Alla “famiglia tradizionale”: quella, per comprenderci bene, formata dal papà, dalla mamma e dal/i figlio/i.
- Alla “famiglia irregolare”: quella dove si vive una situazione relazionale “particolare”, generata da eventi della vita.
- Agli “adulti”: senza girarci intorno: le persone dai trent’anni in poi.
A queste persone voglio semplicemente dire: «Mi voglio prendere cura di te». Forse per troppo tempo ci siamo lamentati dell’assenza dell’adulto e delle famiglie nella vita della Chiesa, e da molti anni il ritornello nelle nostre comunità è sempre lo stesso: «Celebrati i sacramenti … se ne vanno!!!».
Penso che questo sia vero, ma per invertire il senso di marcia si deve fare in modo che la famiglia sia ascoltata e aiutata dalla Chiesa. Probabilmente l’idea di Parrocchia che abbiamo è quella della “stazione di servizio” lungo l’autostrada della vita: “viaggio… devo rifornire… mi fermo… poi via verso la meta”, questa mentalità deve cambiare!
Mi dispiace se molti adesso “arricceranno il naso” e penseranno: ma che vuole questo da noi?
Sinceramente ero combattuto e non sapevo se scrivervi o meno: «in fondo le “cose” come non vanno male». Siamo una delle realtà belle della nostra Diocesi e lo dico con orgoglio e riconoscenza nei confronti di chi mi ha preceduto!
Però vorrei chiedervi di fare qualcos’altro. Dopo una lunga riflessione personale e con il gruppo di educatori, con i quali abbiamo pensato di intensificare i rapporti tra genitori-ragazzi-catechisti-parroco, ci siamo convinti che possiamo fare di più; ogni persona deve avere la possibilità di sentirsi ascoltato e accolto come singolo ma anche come famiglia.
Vorrei quindi esporre il progetto dedicato a tutti voi: circa ogni 40 giorni gli educatori dei vostri ragazzi chiederanno di incontrarvi (per farvi conoscere meglio tra di voi, per farvi conoscere meglio l’associazione alla quale avete iscritto i vostri figli, semplicemente per stare insieme e condividere idee e progetti). Circa ogni tre mesi, invece, ci incontreremo tutti insieme (tutti i destinatari di cui parlavo prima), anche i genitori e le famiglie che non hanno figli iscritti alla formazione. Questo in aggiunta all’invito DOMENICALE durante il quale partecipiamo gioiosamente all’incontro con Gesù in maniera speciale e particolare.
La Parrocchia, non la struttura parrocchiale, ma la comunità deve diventare il luogo dove tutti si sentono accolti. Soprattutto voi, cari genitori e adulti che spesso pensate che nessuno vi comprende.
Forza …Venite …Vi aspetto!!!
Dove? Quando?
Partecipando alle celebrazioni domenicali sarete informati su luoghi e tempi.
GRAZIE per la vostra PAZIENZA
Atripalda, 18 ottobre 2016
don Fabio