Ritardi e inadempienze hanno costellato una vicenda che si chiude dopo tre anni con l’intervento del commissario prefettizio per il riconoscimento del debito fuori bilancio
Una vicenda davvero paradossale, sia dal punto di vista economico che procedurale, quella che nasce esattamente tre anni fa e arriva a conclusione in questi giorni. Dal punto di vista economico basti dire che l’intervento di sistemazione del parcheggio largo Buozzi è costato più del doppio di quello che serviva, cioè quasi 65mila euro anziché 30mila euro, perché eseguito con un ritardo di 514 giorni; mentre dal punto di vista procedurale è stato necessario addirittura l’intervento di un commissario prefettizio che ha dovuto sostituirsi al Consiglio comunale per il riconoscimento di una parte della somma (15.420 euro) da considerarsi debito fuori bilancio perché priva della necessaria copertura.
Tutto nasce, appunto, nell’aprile del 2015, quando la società Levante Costruzioni srl, rappresentata dal sig. Antonio Della Mura, proprietaria dei locali sottostanti il parcheggio, dopo svariati solleciti al Comune, ricorre al Tribunale di Avellino per chiedere che venissero eseguiti i lavori di bonifica necessari ad eliminare le infiltrazioni d’acqua. E il tribunale, ad ottobre, accoglie la richiesta, ordinando al Comune di eseguire i lavori entro sei mesi e fissando in 30 euro la penale da corrispondere alla proprietà per ogni giorno di ritardo. Il Comune, invece, negli otto mesi successivi, praticamente non fa nulla se non impegnare, a fine dicembre, la somma di circa 30mila euro necessaria ad effettuare i lavori. A fine giugno 2016, perciò, la Levante Costruzioni ricorre nuovamente al Tribunale per l’attivazione della sentenza e la giunta guidata dall’ex sindaco Paolo Spagnuolo decide di resistere nel giudizio nominando difensore del Comune l’avv. Tina Boccella per un costo di 1.900 euro. Nel marzo del 2017, finalmente, il Comune aggiudica l’appalto per l’importo di 30mila euro all’impresa Building and Planning srl di Capriglia, ma due mesi dopo il Tribunale di Avellino accoglie il ricorso della proprietà condannando il Comune a spese accessorie non ritenute congrue dalla Levante Costruzioni che, a giugno, si rivolge di nuovo al Tar di Salerno con due separati ricorsi. Nel frattempo, a settembre, i lavori vengono ultimati ed il parcheggio, dopo essere rimasto chiuso per un anno, riapre in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico. Nel novembre scorso il Tribunale amministrativo regionale accoglie i due ricorsi, quantificando in 12.600 euro tutte le spese e ordinando al Comune di provvedere entro un mese, altrimenti sarebbe stato nominato un commissario ad acta nella persona del Prefetto di Avellino o di un suo delegato, al pagamento della penale di 30 euro disposta dal Tribunale per ogni giorno di ritardo nei lavori oltre il termine iniziale di sei mesi. E così è stato: il Comune non ha ottemperato e il prefetto ha nominato, il 19 marzo scorso, la dott.ssa Anna Pierro commissario ad acta (con un costo presunto di 2.500 euro) per l’esecuzione della sentenza che lo scorso 25 maggio, a fronte di una richiesta di 18.030 avanzata dalla Levante Costruzioni che aveva calcolato 601 giorni di ritardo, ha riconosciuto la somma di 15.420 euro, pari a 514 giorni di ritardo, calcolati dalla data della prima sentenza del tribunale (19/4/2016) alla data di ultimazione dei lavori (15/9/2017) non alla data di notifica della sentenza del Tar (11/12/2017) come chiesto dai privati.
A conti fatti, dunque, all’intervento di sistemazione del parcheggio costato 30.600 euro, è stato necessario aggiungere 1.900 euro per l’avv. Boccella, 14.440 euro per le spese di lite (ricalcolate più volte) e 15.420 euro di penale, per un totale di circa 65mila euro. Più del doppio. Al danno anche la beffa se consideriamo i disagi che i residenti di largo Buozzi, e non solo, hanno dovuto patire per oltre un anno, cioè nel periodo in cui il parcheggio è rimasto chiuso, da settembre 2016 a settembre 2017. Una vicenda che, naturalmente si commenta da sola, la cui ricostruzione, ancorché sommaria, è contenuta in ben 12 atti amministrativi (delibere, determine e decreti) e 4 sentenze (1 del Tribunale civile e 3 del Tar), che oltre a tante perplessità porta con sé una domanda: perché l’attuale giunta non ha evitato la nomina del commissario prefettizio, preferendo una procedura piuttosto laboriosa ed atipica, anziché chiedere al Consiglio comunale il riconoscimento del debito fuori bilancio come generalmente si usa fare?