I turni non saranno più coperti da almeno due dottori. Altri tagli in arrivo
Dallo scorso primo giugno la guardia medica del distretto sanitario di Atripalda ha un’unità in meno. I camici bianchi, infatti, impegnati nel servizio di continuità assistenziale, garantita nelle fasce orarie in cui non sono in servizio i medici di base, e cioè tutti i feriali dalle 20:00 alle 8:00 e nei fine settimana dalle 10:00 del sabato alle 8:00 del lunedì successivo, sono passati da 7 a 6. Un taglio del personale che potrebbe sortire un duplice effetto negativo: ridurre il livello dell’assistenza e incidere negativamente sulla sicurezza degli stessi medici, costantemente sotto il tiro dell’utenza che, naturalmente, viene esasperata dai tempi lunghi di attesa, fino a decidere di recarsi al Pronto soccorso, contribuendo inevitabilmente ad intasarlo.
Nel distretto di Atripalda, che comprende 8 comuni ed una popolazione di circa 25mila abitanti, 7 unità non vengono ritenute sufficienti a coprire in coppia tutti i turni e, dunque, in quei casi, quando un medico viene chiamato a prestare assistenza domiciliare, il presidio di via Manfredi rimane chiuso. E non è raro che quando ciò accade gli utenti si rivolgano ai carabinieri per denunciare l’assenza di medici nel presidio, per sentirsi poi rispondere che la guardia medica è impegnata in una prestazione domiciliare.
E potrebbe non essere finita qui. Finora, infatti, sono 14 i medici soppressi negli 8 presidi che compongono il distretto sanitario di Atripalda (Montefalcione, Montemiletto, Montoro, San Mango, Serino, Volturara oltre il presidio di Atripalda), ma il piano dei tagli sembrerebbe destinato ad andare avanti. La deroga sul numero totale delle guardie mediche, di cui l’Irpinia ha beneficiato fino ad oggi per ragioni legate alla montuosità del territorio (orografia), sarebbe, infatti, definitivamente decaduta. I nuovi parametri imposti all’Asl di Avellino indicano 1 medico ogni 5mila abitanti, tranne che nelle cosiddette “aree disagiate”, ovvero Alta Irpinia e Baronia, dove il rapporto è di 1 ogni 1.500. Se così fosse, dunque, al presidio di Atripalda spetterebbero al massimo 5 guardie mediche, ancora un’altra in meno di adesso.
L’Asl, da parte sua, starebbe cercando di ottenere proprio un incremento delle aree disagiate ed, infatti, ha già chiesto ai vari sindaci di fornire i dati riferiti ai parametri identificati, dal rapporto superficie/popolazione alle particolari condizioni oro-geografiche, al fine di ottenere il riconoscimento di zone disagiate. L’Ufficio di coordinamento delle attività distrettuali (Ucad) del Distretto di Atripalda, invece, nel corso dell’ultima riunione ha espresso preoccupazione per le condizioni in cui si troveranno ad operare le guardie mediche ed ha già inviato una nota sia al prefetto che ai sindaci dei comuni interessati per sollecitare un intervento diretto volto a fronteggiare quella che viene definita una vera e propria emergenza sociale ed assistenziale.