La Regione ha autorizzato l’utilizzo di carabine e fucili a pallettoni nel nostro Comune
Da giovedì 4 ottobre fino al 31 dicembre una parte della nostra città diventerà “teatro” di caccia al cinghiale. Una squadra di 30 cacciatori, appartenente al distretto della Bassa Irpinia, è stata autorizzata ad “operare” in una zona cittadina estremamente vasta, dalla sponda destra del fiume Sabato fino ai pressi della collina di San Gregorio, che a sua volta fa parte di una area ancora più ampia in cui sarà possibile cacciare i selvatici (circa 1.788 ettari dislocati appunto tra Atripalda, San Potito, Santa Lucia, Santo Stefano, Sorbo Serpico). Le battute complessive dovrebbero essere 31. Nel mese di ottobre sarà possibile cacciare di giovedì, sabato e domenica, mentre a novembre e dicembre soltanto di giovedì e domenica.
L’autorizzazione della Regione, però, ha causato il malcontento sia di una parte di cacciatori sia di alcuni comuni interessati. I motivi di questo malcontento sono legati alla sicurezza dei cittadini e al mancato rispetto di alcune norme dell’apposito regolamento.
Diversi territori coinvolti in questa attività, come appunto quello di Atripalda, comprendono centri abitati e strutture ricettive e, di conseguenza, non verrebbe rispettato il limite minimo da cui poter sparare, ovvero 150 metri. Non bisogna dimenticare, in aggiunta, che i cinghiali verranno mirati con carabine e fucili a pallettoni. Per questo motivo, alcuni sindaci, ad esempio Pasquale Lucio Tirone, primo cittadino di Manocalzati (incluso nel distretto “Picentini”), hanno scritto alla Regione con la speranza che la decisione assunta venga riconsiderata.
Secondo alcuni stessi cacciatori, inoltre, quando si registra la presenza di cinghiali in centri abitati bisognerebbe applicare soluzioni diverse dalla caccia. Ad esempio l’utilizzo di trappole oppure, tramite le giuste tecniche, attirare l’attenzione degli animali in spazi dove presumibilmente si può cacciare con maggiore sicurezza.
Forti dubbi anche riguardo all’installazione dei cartelli indicanti “battuta di caccia al cinghiale in corso”. Per piazzare alcuni dei cartelli, infatti, è stata divelta la segnaletica stradale. Addirittura una parte di essi è stata letteralmente inchiodata agli alberi, causando irrimediabilmente la morte degli arbusti. Eppure il regolamento specifica che gli appositi cartelli devono essere installati all’avvio della caccia per poi rimuoverli appena i fucili smettono di sparare. E di tutto ciò sicuramente se ne parlerà oggi pomeriggio alle ore 16:00 presso l’ex caserma “Litto”, quando i responsabili dell’A.T.C (Ambito territoriale di caccia) si incontreranno con una delegazione di cacciatori per finalizzare gli ultimi dettagli.
Dunque attendiamo sviluppi a breve. Intanto, i cittadini si chiedono se sia possibile concedere un’autorizzazione del genere senza rendersi conto che la zona individuata comprenda case e attività e che, trattandosi di cinghiali, si sparerà quasi ad altezza uomo. Prova di tutto ciò, purtroppo, si è avuta nella giornata di ieri, quando un escursionista di 19 anni, probabilmente scambiato per una preda, è morto nei boschi di Apricale, nell’Imperiese, centrato da un cacciatore durante una battuta di caccia al cinghiale.
MA QUANTI SONO I CACCIATORI DI CINGHIALI AD ATRIPALDA? PERCHE’ NON VANNO NEI LORO PAESI A CACCIARE E CI FANNO STARE TRANQUILLI