Preziosi racconta la sua poesia: Le donne possono cambiare la coscienza civile e sociale


L’autore atripaldese è alle prese con nuovi progetti, a partire dall’antologia “Nel corpo della voce”

Federico Preziosi, 35 anni, vive a Budapest ed insegna presso l’Istituto Italiano di Cultura.

Negli ultimi mesi Federico Preziosi ha ottenuto dei buoni riscontri con la sua poesia. Lo abbiamo intervistato per conoscere meglio le iniziative che sta portando avanti in un mondo poco conosciuto in cui emergere è difficile.

Sei stato più volte pubblicato su La Repubblica per la “Bottega di poesia”, sei presente in varie antologie e molte persone si stanno interessando ai tuoi versi: a cosa si deve questo riscontro?

La mia attività comincia su Facebook all’interno di vari gruppi, è dal 2016 che scrivo costantemente e sul web ho già degli estimatori grazie al confronto quotidiano. Per quanto riguarda il resto, ho semplicemente spedito dei versi a riviste, quotidiani e ho partecipato a concorsi. Le mie poesie sono piaciute e sono state pubblicate per la prima volta in alcuni blog specializzati. Ma ci sono state anche delle riconferme. Essere presenti per il secondo anno consecutivo sull’antologia Poesia a Napoli (Guida editori) è sempre un grande onore.

A proposito di antologie, ne ha dato notizia anche il quotidiano La Nazione, è uscita “Nel corpo della voce”, un’opera particolare perché nasce proprio da Facebook. Ce ne puoi parlare?

“Nel corpo della voce” è una testimonianza della poesia ai tempi dei social network. Grande protagonista di questa iniziativa è la curatrice, Elena Deserventi, ex preside di una scuola di Grosseto, la quale oltre a coltivare una passione per la scrittura, possiede un particolare talento nel commentare i versi. Elena ha messo a disposizione la propria competenza al servizio dei poeti che frequentano i gruppi Facebook e i suoi interventi sono sempre molto apprezzati sia dagli autori sia dai semplici lettori. Così è nata l’idea di raccogliere delle liriche e farne un libro. L’operazione ha coinvolto dieci voci poetiche provenienti da tutta Italia e attirato l’attenzione di Giuseppe Cerbino, cultore di poesia e amministratore del gruppo “Poeti italiani del ‘900 e contemporanei”. È stato lui a intercedere con Controluna, la casa editrice con cui collabora, affinché l’antologia venisse pubblicata, e successivamente ha arricchito il volume con una postfazione. Nell’antologia ci sono anche altri poeti irpini significativi, come Armando Saveriano, Davide Cuorvo e Maria Gabriella Cianciulli.

E Atripalda può dare un contributo alla poesia?

Ci sono dei bravi poeti, come Angelo Curcio che vive purtroppo lontano da Atripalda: la sua poesia è densa e ricercata, andrebbe sicuramente valorizzata e maggiormente condivisa. Un’altra voce interessante è certamente Maria Consiglia Alvino, anche lei pubblicata di recente su La Repubblica.

La Repubblica sembra dare molto spazio alla realtà che vivi…

Sì, per fortuna ci sono personaggi molto attivi come Maurizio Cucchi. Pochi giorni fa all’Ippodromo di Milano si è tenuta la festa della Bottega di poesia dove alcuni giovani attori de Il Piccolo di Milano hanno recitato una quindicina di testi tra quelli arrivati in redazione. Tra questi c’era la mia Coperte! Successivamente è stato realizzato anche un servizio sull’evento dove, in chiusura, sono stati declamati proprio i miei versi. Non si può nascondere l’emozione di questi giorni.

Dobbiamo aspettarci una nuova pubblicazione?

Presto vedrà la luce «Variazione Madre», un’opera dove assumerò sembianze di donna. Credo che la sensibilità femminile debba dare un contributo alla poesia, portare alla costruzione di una nuova coscienza civile e sociale.



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