Gli studiosi sono convinti che il “non emerso” sarebbe ancora più interessante dell’ “emerso”
Ad una settimana dalla conferenza stampa di presentazione in sala consiliare, con il consigliere delegato Salvatore Antonacci abbiamo nuovamente discusso sulla convenzione stipulata con l’Università degli Studi di Salerno e la Sovrintendenza riguardante Abellinum.
Come annunciato la settimana scorsa, nei prossimi mesi la città ospiterà le attività di giovani archeologi che avranno la “missione” di donare un futuro migliore all’antica città: «Durante il primo anno gli studiosi si concentreranno sugli studi e sulla verifica del “non emerso” – esordisce Antonacci – per poi procedere nel successivo biennio ad eventuali scavi». Secondo l’Università, infatti, Abellinum nasconderebbe un “tesoro”: «Durante le riunioni con la Sovrintendenza e gli esperti dell’Università – continua Antonacci – è spuntata l’ipotesi che tra il “non emerso” rientrerebbero resti di antiche abitazioni ed almeno un’altra Domus. Se questo venisse confermato, si rafforzerebbe il nostro pensiero, e cioè che Abellinum non ha nulla da invidiare a siti ben più famosi, come quello di Pompei».
Ma concretamente come faranno i ricercatori ad accertare la presenza di una “città sotterranea”?: «Grazie all’impiego di strumenti tecnologicamente avanzati – spiega con meraviglia il delegato – a partire da una sofisticata telecamera capace di arrivare a cinque metri di profondità. A seconda del colore che assumono le immagini catturate dalla macchina, infatti, gli studiosi capiranno se si tratta di semplice terreno o di antichi resti della città. Le stesse immagini, inoltre, verranno direttamente inoltrate ai computer che elaboreranno una mappa».
La tecnica appena spiegata, insieme a tante altre che verranno impiegate dall’Università nel corso di questi tre anni, dovrebbe permettere di restituire alla città, e non solo, un parco archeologico finalmente tra i più importanti a livello nazionale: «La nostra speranza è accertare che quello che abbiamo visto fino ad ora è soltanto una parte delle meraviglie che la nostra terra custodisce da secoli».