I due imprenditori hanno aderito al movimento politico fondato dall’ex premier Matteo Renzi: «Il PD è un partito ipnotizzato»
Raffaele Abete, 29 anni, e Giovanni Pennella, 44 anni, sono gli “uomini nuovi” della politica atripaldese. O, probabilmente, potrebbero diventarlo. I due imprenditori, infatti, hanno subito aderito al neonato partito fondato dall’ex segretario nazionale del Partito democratico, Matteo Renzi, piazzando una “bandierina” ad Atripalda e calamitando l’attenzione e la curiosità degli ambienti politici cittadini. Cerchiamo di saperne di più conversando con Raffaele Abete.
Cosa vi ha spinto ad aderire ad Italia Viva?
Seguiamo Matteo Renzi sin dal 2012, da quando si candidò alle primarie del centrosinistra, poi vinte da Bersani al ballottaggio, per l’individuazione del candidato alla carica di premier alle successive elezioni politiche del 2013. Una premessa, questa, non finalizzata a rivendicare una eventuale primogenitura di appartenenza, ma solo per spiegare che noi non abbiamo avuto alcuna esitazione a seguire Renzi in Italia Viva.
In che senso?
Renzi per noi rappresenta la politica del fare contrapposta a quella delle parole. Certo, anche Renzi ha commesso degli errori, ma almeno qualcosa ha fatto e siamo sicuri che continuerà a farlo.
Ne siete così sicuri?
Sì, a Firenze, un mese fa, alla Leopolda 2019, a cui non era la prima volta che partecipavamo, abbiamo ritrovato lo stesso fermento di sempre, la stessa voglia di esserci e di confrontarsi.
Che non avete più trovato nel PD?
Il PD è un partito ipnotizzato, dove si guarda al dito e non alla luna, che si sta smarrendo per correre dietro a Salvini.
Quali saranno le vostre prossime mosse?
L’orizzonte a cui guardiamo sono le elezioni politiche del 2023. Il tempo che ci separa da questo appuntamento servirà per organizzare Italia Viva sul territorio nazionale, attraverso i comitati regionali, provinciali e cittadini.
Fra pochi mesi, però, si voterà per le regionali: Italia Viva che farà?
A Firenze ci hanno spiegato che le prime elezioni regionali a cui Italia Viva parteciperà con una propria lista saranno quelle previste in Toscana nella tarda primavera del prossimo anno. Se ciò accadrà anche in Campania, dove si voterà più o meno contestualmente, non lo sappiamo. In ogni caso ci faremo trovare pronti.
Si profila già la candidatura del sindaco di Montemarano, Beniamino Palmieri…
Palmieri è senza dubbio uno dei nostri riferimenti, aspettiamo.
E ad Atripalda?
Per ora non si è mosso ancora nulla. Alla Leopolda abbiamo incrociato diversi atripaldesi, ma non ci siamo né avvicinati, né parlati. Sappiamo anche che altri seguono con attenzione le iniziative di Renzi e, perciò, appena possibile proveremo a fare noi la prima mossa. In ogni caso pensiamo che prima delle elezioni regionali tutto sarà più chiaro.
Nel frattempo?
Stiamo pensando di organizzare nella prossima primavera ad Atripalda un convegno sulla burocrazia e le istituzioni confidando nella partecipazione del prof. Sabino Cassese e forse anche dello stesso Matteo Renzi.
Un’ultima considerazione sulla città: da dove si dovrebbe ripartire secondo voi?
Atripalda è ormai una specie di dormitorio e, al pari di altre città o cittadine che soffrono gli stessi problemi, rischia lo svuotamento. I giovani non hanno un motivo per frequentarla, né di immaginare qui il loro futuro. Non è un’accusa all’Amministrazione comunale, perché il sindaco con le poche risorse che si ritrova non può fare molto per evitare che ciò accada, ma il vuoto è davvero impressionante.
Chissà se Abete e Pennella rappresentano davvero ciò che potrebbe definirsi “il nuovo che avanza”, sicuramente non dovrebbero essere gli unici a seguire l’ex premier. A Firenze, per esempio, lo scorso 24 ottobre, nell’occasione in cui è stata ufficializzata la nascita del nuovo soggetto politico con la presentazione del simbolo, c’era – fra gli altri – anche l’ex dirigente provinciale del Partito democratico, Pasquale Penza. E anche l’ex sindaco Paolo Spagnuolo, dopo essersi smarcato dal PD alla vigilia delle scorse elezioni provinciali, ha recentemente dichiarato di seguire con estrema attenzione le mosse di Renzi. E altri ex militanti del Partito democratico vedrebbero di buon grado la nascita di un luogo di discussione politica visto che il PD ad Atripalda è praticamente commissariato da tre anni e mezzo, cioè dal 25 maggio 2016, giorno delle dimissioni presentate dall’ultimo segretario cittadino democraticamente eletto, Gerardo Malavena. Molto, per la verità, dipenderà anche da ciò che accadrà in vista delle prossime elezioni regionali. Quasi certamente, infatti, il consigliere regionale Maurizio Petracca, ex Udc, che nel 2015 ad Atripalda raccolse appena 144 preferenze personali, dovrebbe aderire proprio al PD, ma è ancora presto per capire chi dei suoi riferimenti cittadini più stretti lo seguirà. Non molti per quanto se ne può intuire, ma nei prossimi giorni se ne dovrebbe sapere di più.