
Allarme in casa Italia: la difesa traballante preoccupa in vista delle qualificazioni ai Mondiali 2026 - Ilsabato.com
Con l’approssimarsi delle qualificazioni ai Mondiali del 2026, l’Italia si trova ad affrontare una situazione di emergenza sul fronte difensivo. La recente sconfitta contro la Germania, avvenuta durante la gara d’andata dei quarti di Nations League, ha sollevato forte preoccupazione tra gli addetti ai lavori e i tifosi, specialmente considerando il possibile incontro con la Norvegia, forte della stella Haaland. La condizione attuale ha riacceso il dibattito riguardo alla solidità della squadra, richiamando l’attenzione su problemi che non sembrano affatto nuovi.
Spalletti e l’emergenza difensiva
Luciano Spalletti, il ct dell’Italia, ha manifestato il suo disappunto dopo la partita, affermando che “la situazione non deve diventare un pensiero costante per i giocatori.” La pressione crescente, però, è palpabile. La squadra azzurra finora ha mostrato vulnerabilità, particolarmente nelle situazioni di gioco statico e nei colpi di testa. Durante la Nations League, l’Italia ha subito un totale di sette gol su dieci in situazioni da fermo, compresa una autorete di Vicario su punizione. Un dato che mette in luce le lacune difensive della squadra.
Il tecnico ha sottolineato che il problema non riguarda solo la fase aerea, ma si estende a una mancanza generale di concentrazione in momenti critici della partita. La preoccupazione sul numero di reti subite è evidente e, secondo le statistiche, il trend è negativo. L’Italia sotto la gestione di Spalletti ha una media di 1,1 gol presi a partita, il che rappresenta la peggiore performance rispetto a tutti i suoi predecessori recenti. Questi numeri tracciano un percorso allarmante, che suggerisce l’urgenza di un cambiamento per garantire una maggiore solidità difensiva.
Comparazione con i predecessori
Analizzando le statistiche, l’attuale selezione di Spalletti mostra un rendimento difensivo significativamente peggiorato. I numeri parlano chiaro: in confronto ad allenatori come Prandelli, Donadoni e Conte, la media di gol subiti da parte dell’Italia è più alta. Qui si registra un incremento dei gol subiti rispetto a tecnici storici come Trapattoni e Sacchi, i quali hanno mantenuto prestazioni ben più solide. Solo sei delle ventuno partite sotto la guida di Spalletti hanno visto l’Italia mantenere la porta inviolata, una statistica che amplifica il problema, considerando anche che nelle ultime undici partite, Donnarumma è riuscito a terminare il match senza concedere reti solo in un’occasione.
Queste statistiche pongono una riflessione seria sulla preparazione e sulle scelte in campo. Gli esperti sottolineano la necessità di “identificare e correggere le lacune difensive prima che sia troppo tardi.” Il cammino verso i Mondiali richiederà una trasformazione profonda e immediata della fase difensiva.
La sfida di Dortmund: serve un’impresa
La trasferta a Dortmund, ora più che mai, assume caratteristiche decisive. L’Italia deve cercare di ribaltare la sconfitta per 2-1 subita a San Siro, ma per avere successo sarà vitale non solo segnare, ma anche chiudere tutte le vie d’accesso alla propria porta. Evitare ulteriori reti subite diventa quindi una priorità, complicando ulteriormente la già delicata missione.
Sul fronte offensivo, per poter sperare di vincere, l’Italia dovrà mostrarsi più incisiva. Seppur le occasioni di attacco non siano mancate nella gara contro la Germania, la squadra ha trovato in Baumann, il portiere tedesco, un formidabile avversario. Giocatori come Kean e Raspadori dovranno mostrare una maggiore capacità di finalizzazione. Ottimizzare le occasioni create diventerà prezioso, perché solo una squadra solida e concreta potrà intravedere la possibilità di un cammino verso i Mondiali 2026 meno ostico, con l’obiettivo di costruire una via d’uscita da questo momento difficile.
Con la sfida di qualificazione che si avvicina, l’attenzione si concentra sulla necessità di un cambio di marcia, fondamentale per la possibilità di tornare a brillare nel panorama calcistico internazionale.