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Altro che personal trainer, così resti in forma senza sforzi: arriva l'”allenatore digitale”

Non ti serve il personal trainer, così resti in forma senza troppi sforzi: ChatGPT rivoluziona tutto, i dettagli.

Negli ultimi anni, l’attenzione per il fitness e il benessere fisico è cresciuta esponenzialmente, portando molte persone a cercare nuovi metodi per migliorare il proprio stato di salute. L’emergere dell’intelligenza artificiale ha aperto a nuove possibilità nel settore del fitness, con applicazioni che vanno dal monitoraggio delle prestazioni alla creazione di programmi di allenamento personalizzati.

Ma può un’intelligenza artificiale sostituire un personal trainer umano? Recentemente, un esperto di fitness ha deciso di mettere alla prova questa teoria, affidandosi a ChatGPT, un software di intelligenza artificiale generativa, per un intero mese di allenamenti.

L’incontro con l’allenatore digitale

Prima di iniziare il programma, il fitness coach ha fornito a ChatGPT informazioni dettagliate sulle proprie abitudini di allenamento, obiettivi e attrezzature disponibili. L’IA ha quindi generato un piano di allenamento personalizzato, ma non senza difficoltà. Un errore tecnico ha portato alla cancellazione del piano originale, costringendo l’utente a ripetere il processo. Questo episodio ha evidenziato l’importanza di salvare le risposte generate, un aspetto cruciale quando si lavora con strumenti digitali.

La nuova scheda di allenamento presentava variazioni rispetto alla prima, mostrando come l’approccio generativo dell’IA potesse produrre risultati diversi in base agli input forniti. Tuttavia, la qualità e l’efficacia del piano erano ancora da valutare.

Settimana 1: un inizio difficile

La prima settimana di allenamento ha portato con sé una serie di sfide. Gli esercizi proposti includevano movimenti complessi come squat e bench press, oltre a esercizi di isolamento muscolare. La suddivisione in serie e ripetizioni, generalmente 3 set da 8 a 12, si è rivelata utile per chi desidera aumentare la massa muscolare. Tuttavia, alcune scelte hanno sollevato dubbi. Ad esempio, l’inserimento della leg press subito dopo gli squat ha reso difficile mantenere la forma corretta in esercizi successivi come affondi e deadlift.

Gli squat sono tra i primi esercizi da fare – ilsabato.it

Un aspetto critico emerso è stato il tempo richiesto per completare le sessioni. Il primo allenamento ha superato i 90 minuti, un impegno difficile da mantenere per chi ha una vita frenetica. Inoltre, sono emerse incoerenze nella programmazione: l’inserimento di un esercizio specifico per i quadricipiti in una giornata dedicata ad altri gruppi muscolari ha dimostrato che l’IA, sebbene utile, non sostituisce ancora completamente il giudizio esperto di un trainer umano.

Settimana 2: la fase della luna di miele

Con l’avanzare della settimana, il coach ha iniziato a riscontrare che completare tutte le serie previste era diventato difficile a causa di impegni quotidiani. Per affrontare questa situazione, ha chiesto il supporto del coach virtuale, scoprendo che l’IA era in grado di suggerire esercizi da eliminare senza compromettere l’efficacia generale della sessione. Questo ha portato a una maggiore flessibilità nel piano di allenamento, consentendo di adattare gli esercizi alle circostanze del momento.

Un aspetto interessante è stato il fatto che gli esercizi proposti non erano vincolati a uno stile specifico. Ad esempio, per gli squat, l’utente aveva la libertà di scegliere tra diverse varianti, come back squat, goblet squat o esercizi a corpo libero. Questa adattabilità ha dimostrato come un allenatore digitale possa essere vantaggioso, soprattutto quando ci si trova a dover fronteggiare imprevisti come attrezzature occupate in palestra o dolori muscolari.

Tuttavia, l’importanza di mantenere un dialogo aperto è emersa chiaramente. Anche se ChatGPT ha mostrato capacità di adattamento, non può anticipare le esigenze dell’utente senza ricevere feedback. Questa interazione è fondamentale per ottimizzare l’efficacia del programma di allenamento.

Settimana 3: perdita di motivazione

Con l’arrivo della terza settimana, la mancanza di motivazione ha iniziato a farsi sentire. Il coach ha notato un cambiamento nella scelta degli esercizi, spostandosi dal front squat, noto per i suoi benefici sul core e sulla postura, al back squat. Questa decisione, sebbene comprensibile, ha messo in luce un limite dell’allenamento virtuale: l’assenza di un coach umano che possa fornire feedback motivazionali e spingere l’utente a sfidare i propri limiti.

Non avere un personal trainer a volte può essere un problema per mantenere la motivazione – ilsabato.it

La perdita di motivazione è diventata evidente anche durante gli allenamenti di dorsali e bicipiti, con l’abbandono di esercizi più impegnativi a favore di varianti meno sfidanti. Questa situazione ha richiamato l’attenzione sulla necessità di autodisciplina nell’allenamento virtuale. Sebbene un’intelligenza artificiale possa fornire suggerimenti utili e creare piani personalizzati, non può sostituire l’empatia e il supporto di un trainer reale.

Inoltre, quando il coach ha chiesto a ChatGPT strategie per rimanere motivato, le risposte si sono rivelate poco efficaci in un contesto pratico. Questo ha sottolineato come il supporto emotivo e la connessione personale che un allenatore umano può offrire siano elementi difficili da replicare in un’interazione digitale.

Settimana 4: riflessioni finali

Avvicinandosi alla conclusione del mese, l’allenatore ha iniziato a riflettere sui progressi compiuti e sulle difficoltà incontrate. L’esperienza con ChatGPT ha dimostrato che, sebbene l’intelligenza artificiale possa fornire un valido supporto nella creazione di piani di allenamento e nella personalizzazione delle routine, non può sostituire completamente la figura del personal trainer umano. La motivazione, il supporto emotivo e la capacità di adattare gli allenamenti alle esigenze individuali rimangono aspetti essenziali che un allenatore digitale non può garantire.

In un mondo in cui la tecnologia continua a trasformare le nostre vite, l’idea di avere un allenatore digitale potrebbe sembrare allettante, ma è fondamentale riconoscere i limiti di questa alternativa. L’allenamento è un’esperienza complessa e personale, e la connessione umana può fare la differenza nel raggiungimento degli obiettivi di fitness.

Published by
Ilaria Broglio