Le due donne, interrogate dai carabinieri, si professano innocenti. I legali hanno chiesto l’archiviazione del procedimento
Due sorelle atripaldesi, di 28 e 25 anni, sono accusate di aver minacciato di morte una giovane donna residente in contrada Alvanite e di aver danneggiato il portone di ingresso della sua abitazione cercando di sfondarlo con calci e pugni.
I fatti risalgono alla sera del 9 aprile 2018 quando intorno alle 22:30 la giovane donna chiese l’intervento dei Carabinieri di Atripalda per schiamazzi notturni perché infastidita dai rumori e dalle urla provenienti dell’appartamento del padre delle due sorelle che festeggiava il suo compleanno in compagnia della famiglia e di alcuni amici.
I militi giunti sul posto chiesero ai partecipanti alla festa di evitare rumori vista l’ora tarda. E mentre i militi si allontanavano dalla palazzina, secondo l’accusa formulata dal sostituto procuratore della Repubblica di Avellino, dott. Giuseppe Iglio, le due sorelle si scagliarono contro la porta di ingresso della loro vicina di casa danneggiandola con calci e pugni tentando di sfondarla per avventarsi contro la giovane vicina, ritenuta responsabile di aver chiamato i carabinieri e di aver interrotto la festa del padre. Contemporaneamente all’azione di danneggiamento le due sorelle minacciavano di morte la vicina con frasi del tipo: “Esci fuori se hai coraggio, ti dobbiamo spaccare la faccia; ti dobbiamo uccidere”.
I Carabinieri di atripalda, che in quel momento erano ancora nell’androne della palazzina, udirono le forti urla e i colpi inferti nella porta e risalirono in fretta cercando di calmare le due sorelle. Dopo aver sedato gli animi, gli uomini comandati dal maresciallo Costantino Cucciniello, scattarono alcune foto della porta danneggiata ed inviarono una dettagliata annotazione di servizio alla Procura della Repubblica.
Nei giorni scorsi, le due sorelle atripaldesi, raggiunte da un avviso di conclusione delle indagini, sono state interrogate dai carabinieri di Atripalda e di Torella dei Lombardi (dove attualmente risiede una delle due indagate) perché indagate dei reati di minacce gravi (ex art. 612 comma c.p.) e danneggiamento aggravato di bene esposto alla pubblica fede (ex art 635 comma 2 c.p.). In sede di interrogatorio, però, le due donne, accompagnate dai propri legali di fiducia, gli avvocati Gerardo De Vinco e Sabino Rotondi, si sono professate innocenti ed hanno respinto ogni addebito. In particolare hanno negato di aver minacciato di morte la loro vicina di casa ed hanno fatto presente ai militi che la porta di ingresso era stata già danneggiata prima di quel 9 aprile 2018 per fatti e circostanze a loro sconosciuti. La difesa delle due indagate ha redatto una memoria difensiva ed ha chiesto l’archiviazione della posizione delle proprie assistite per non aver commesso il fatto.