
Archiviazione delle indagini sul poliziotto che ha sparato a Milano: la denuncia respinta - Ilsabato.com
La Procura di Milano ha avviato il processo di archiviazione per le indagini riguardanti l’agente della polizia ferroviaria coinvolto nello sparo di un giovane egiziano lo scorso maggio. Questo episodio, avvenuto nella centralissima Stazione di Milano, ha destato notevole attenzione e discussione, ponendo interrogativi sulla legittimità dell’azione e sull’uso della forza da parte delle forze dell’ordine. Nella ricostruzione dei fatti, il pubblico ministero ha delineato un quadro che giustificherebbe l’operato del poliziotto.
La dinamica dell’incidente
La sera dell’incidente, un 27enne egiziano avrebbe aggredito l’agente di polizia, scagliandosi contro di lui con atteggiamenti minacciosi. Secondo quanto emerso, il giovane era in possesso di due pietre di circa 20 centimetri, con bordi affilati, che avrebbe utilizzato per colpire il poliziotto. Durante questo confronto, l’agente, per difendersi, ha fatto uso della pistola, esplodendo un colpo che ha colpito il giovane alla spalla. Le caratteristiche dell’aggressione, unitamente alla reazione del poliziotto, sono state attentamente esaminate dagli inquirenti.
Le motivazioni per l’archiviazione
Il PM Rosario Ferracane, in base a quanto raccolto, ha ritenuto rilevanti due principali giustificazioni in favore del poliziotto: la legittima difesa e l’appropriato utilizzo dell’arma. La valutazione è stata effettuata considerando che il colpo esploso è stato rivolto a una parte del corpo che non ha messo in pericolo la vita del giovane. Questo aspetto confermerebbe la proporzionalità della risposta da parte dell’agente. Gli inquirenti hanno escluso l’ipotesi di eccesso colposo, evidenziando l’assenza di una querela da parte della vittima, elemento che potrebbe supportare l’idea di aver subito una lesione ingiustificata.
Implicazioni e reazioni
L’archiviazione delle indagini potrebbe avere ripercussioni significative sul dibattito in corso riguardo l’uso della forza da parte delle forze di polizia, soprattutto in contesti pubblici e affollati come le stazioni ferroviarie. Questo episodio si colloca in un panorama più ampio, in cui si analizzano costantemente le procedure operative delle forze dell’ordine e il bilanciamento tra sicurezza pubblica e diritti individuali. La decisione della Procura potrebbe, pertanto, rinfocolare discussioni sulle pratiche e sull’addestramento degli agenti, affinché gli interventi si svolgano nel pieno rispetto delle normative vigenti e dei diritti umani.