Arrestato 23enne a Trento: propaganda terroristica e possesso di materiali esplosivi - Ilsabato.com
Un grave episodio di propaganda e atti di istigazione a delinquere ha destato allerta nella città di Trento, dove un giovane di 23 anni, originario di Merano, rimane in carcere. Il ragazzo è accusato di sostenere la discriminazione razziale, etnica e religiosa, oltre a compiere attività di addestramento con finalità terroristica, anche di natura internazionale. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, che si è svolto in forma telematica davanti al Giudice per le indagini preliminari Enrico Borrelli, il giovane ha scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti. La sua difesa è affidata a un legale nominato d’ufficio, il quale ha richiesto di esaminare gli atti dell’inchiesta.
L’arresto del giovane è avvenuto il 13 marzo, in seguito a un’operazione coordinata dal ROS e dal Comando dei Carabinieri di Bolzano, supportata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura di Trento. Questo blitz è risultato da un’attenta analisi delle attività online del 23enne, che utilizzava un profilo social per la diffusione di contenuti di matrice nazionalsocialista e per sostenere l’ideologia dello Stato Islamico. Le indagini hanno rivelato che il giovane si sarebbe avvicinato a tematiche di formazione e addestramento per la creazione di ordigni esplosivi, tracciando un percorso di apprendimento volto alla costruzione di dispositivi detonabili mediante sistemi wireless.
Durante le perquisizioni eseguite dagli investigatori presso l’abitazione del giovane, sono stati rinvenuti 200 grammi di polvere pirica, componenti elettroniche utilizzabili per il rilevamento di microspie e per la realizzazione di telecomandi a distanza, oltre a strumenti per microsaldature e una maschera antigas. Il materiale sequestrato include anche dispositivi informatici e documentazione relativa alle sue attività. Queste scoperte hanno sollevato preoccupazioni significative riguardo alla potenziale escalation della violenza e della minaccia terroristica, non solo a livello locale, ma anche in un contesto più ampio.
Prima dell’emergere di questa situazione, il giovane aveva partecipato a un programma educativo e riabilitativo, avviato in seguito a un’indagine condotta dalla Procura per i minorenni di Bolzano e coordinata con la Procura distrettuale di Trento. Tale percorso era finalizzato a reintegrare il giovane e a distoglierlo da comportamenti rischiosi e devianze. La gravità delle accuse ha reso necessario l’intervento dei servizi segreti italiani, che hanno fornito collaborazione durante le fasi investigative, sottolineando quanto sia essenziale monitorare i potenziali estremismi giovanili, specialmente in un’epoca in cui il terrorismo internazionale può manifestarsi in modi sempre più insidiosi.
L’episodio, che ha scosso la comunità locale e sollevato interrogativi sulla sicurezza, rimane sotto la continua osservazione delle autorità competenti, impegnate nella lotta contro la radicalizzazione e la diffusione di ideologie violente.