Alfredo Bonazzi si è spento a 86 anni. Ha ricostruito un altare di fede con le rovine di un’intera vita
Serenamente si è spento, tra il buio del mondo, una delle luci più forti di Atripalda: Alfredo Bonazzi. A dare il triste annunzio la moglie Laura Mocellin, le figlie Marianunzia e Chiara, la sorella Eva, il fratello Antonio e tutti i parenti e quanti avevano la fortuna di conoscerlo. Sul manifesto una delle sue poesie:
Simile al fumo del treno
che nasconde, per poco,
la siepe in rancore di spine,
sei venuto qui, Angelo nel nome
e santo nelle intenzioni,
a mettere il tuo cuore in folle
accanto al nostro
d’inveterati peccatori
(da Quel giorno di uve rosse, San Paolo Edizioni, 2014)
Alfredo Bonazzi nacque ad Atripalda nel 1929 e fu condannato all’ergastolo per l’omicidio di un tabaccaio commesso nel 1960 a Milano. Internato in un manicomio criminale, proprio in carcere scoprì l’amore per la cultura e la poesia che lo portò a vincere prestigiosi premi nazionali e internazionali. Nel 1973 il presidente della Repubblica, Giovanni Leone, gli concesse la grazia e tornò libero. Insieme a Laura, la moglie che Bonazzi conobbe dal carcere, diedero vita a Verona a numerose iniziative culturali e di arte che venivano svolte nella Libreria-Galleria di Piazza delle Erbe, divenuto in breve tempo punto di rifermento letterario e spazio d’Arte di numerosi artisti famosi, tra cui Vedova, Brindisi, Boato ed altri. Per diversi anni infatti, in questo luogo centrale di Verona si tennero incontri, presentazione di libri, mostre d’arte ed eventi di rilievo che ancora oggi si ricordano. Ha vissuto a Bassano del Grappa e fino a qualche anno fa ha collaborato con giornali e riviste con rubriche personali.
Scrisse di lui Giuseppe Maiolo psicologo, analista e professore presso l’università di Firenze: «La sua poetica tratta di una silloge dolente di quel transito umano che fu la visita di un papa tra gli “squalificati a vita” che, come Bonazzi, non riescono nemmeno a farsi il segno della croce perché inchiodati dall’irragionevolezza della tortura come sistema di riabilitazione che solo gli esseri umani sanno infliggere ai propri simili».
Ecco il saluto dell’amico prof. Raffaele La Sala: «Mi raggiunge, improvvisa, la notizia che il cuore di Alfredo Bonazzi ha cessato di battere stamattina. Una fine purtroppo non inattesa e tuttavia dolorosa e lacerante. Solo quattro giorni fa, con i miei allievi avevamo letto nell’Auditorium dell’Imbriani una pagina da “Il ragazzo di Atripalda“. Addio, Alfredo, poeta della redenzione».
E ancora, sui social, impazzano i commenti, struggente quello di Angelo Curcio: «La poesia è orfana, non solo quella atripaldese. Addio Alfredo, ti sia lieve la terra».
Le esequie avranno luogo mercoledì 4 novembre in San Zeno di Cassola (Vicenza), una Santa Messa sarà celebrata mercoledì 4 novembre alle ore 18.30 nella Parrocchia di Sant’Ippolisto Martire in Atripalda.
Alfredo, ho appreso solo ora della tua morte. Eri una anima candida.
Eraldo
QUALE DISILLUSO DALLA TRISTE REALTA’ NEL SOCIALE MI ASSOCIO AL DOLORE QUANTI CONOBBERO IL POETA DELLA SOFFERENZA ED EMANCIPATOSI ATTRAVERSO LA COMPOSIZIONE DEI VERSI A LUI TANTO CARI PREGO KE SPUNTI IL FIORE LA DOVE VIENE SEPPELLITO PER IL TRISTE DESTINO CHE ACCOMUNA NOI ESSERI MORTALI