Panorama

Atripalda terra di archivisti: da Leopoldo Cassese a Carmine Venezia

Il professor Sabino Cassese ha ricordato la figura di suo padre Leopoldo col giovane archivista atripaldese Carmine Venezia

Sabino Cassese e Carmine Venezia

Venerdì 10 novembre 2017 a margine della lectio magistralis tenuta dal professor Sabino Cassese presso il liceo scientifico “V. De Caprariis”, il giovane archivista atripaldese Carmine Venezia ha avuto l’occasione di presentarsi e intrattenere un’illuminante conversazione con il relatore della stessa. Sabino Cassese (Atripalda, 1935), giudice emerito della Corte Costituzionale e professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa e dell’Institut d’Etudes Politiques di Parigi, nonché Ministro per la funzione pubblica del Governo Ciampi (1993-1994), e figlio dello storico e archivista Leopoldo (Atripalda, 1901 – Roma, 1960).

Leopoldo Cassese è stato funzionario archivista e direttore degli Archivi di Stato dell’Aquila (1930-1934) e di Salerno (1934-1960), nonché libero docente di Archivistica presso l’Università degli studi di Napoli (1952-1955) e l’Università degli studi di Roma “La Sapienza” (1955-1960). Concittadino dei Cassese, diplomato presso la Scuola di specializzazione in “Beni archivistici e librari” dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza” (2015) e dottorando di ricerca in “Scienze documentarie, linguistiche e letterarie” presso lo stesso Ateneo, Carmine Venezia seguirà le orme del famoso storico e archivista atripaldese. Il giovane è infatti risultato vincitore del concorso pubblico per funzionario archivista del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con sede di assegnazione presso l’Archivio di Stato di Parma.

Questo e tanto altro ha avuto modo di raccontare il giovane atripaldese al giurista Sabino Cassese, che ha rievocato la figura del padre con passione e commozione. Il giurista ha ricordato con gran fervore il trasporto, durante la seconda guerra mondiale, dei più preziosi documenti dell’Archivio di Stato di Salerno ad Atripalda, nel convento di S. Maria della Purità, per salvarli dalla distruzione, avvenuta invece per i più antichi documenti dell’Archivio di Stato di Napoli, distrutti dai tedeschi a San Paolo Bel Sito. Il trasporto avvenne – ricorda Cassese – grazie alla determinazione eroica di suo padre Leopoldo, che riuscì a convincere l’Esercito a mettergli a disposizione 75 camion, su uno dei quali viaggiò anche il piccolo Sabino.

Il giovane archivista ha poi citato il ritrovamento, durante le sue ricerche per il dottorato di ricerca, di un inventario d’archivio presso l’Archivio di Stato di Salerno redatto dalla madre del giurista, Bianca Castelluccio, anch’ella funzionario archivista. Commosso, il giurista Cassese ha chiesto tutti i dettagli del ritrovamento, colpito dal fatto che il nominativo, appena leggibile e scritto a matita, era stato comunque riconosciuto da Venezia, che ricordava il nome della Castelluccio.

L’incontro tra i due si è infine concluso con la promessa, da parte del giovane archivista, di trasmettere in futuro la propria passione ed esperienza ad un nuovo giovane meritevole, in modo che possa esistere ancora un Archivista di Stato atripaldese.

Cristina Venezia

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Redazione