Nomi, simboli e candidati a sindaco sono ormai ufficiali mentre a meno di due settimane dal ‘gong’ le liste scontano ancora ritardi
Meno di due settimane: è questo il tempo che ancora resta ai tre candidati alla carica di sindaco, Nunzia Battista, Giuseppe Spagnuolo e Paolo Spagnuolo, per chiudere le liste. Il termine per la presentazione di candidati (da 11 a 16), simboli e programmi scade, infatti, alle ore 12:00 del prossimo 14 maggio, dopodiché sarà campagna elettorale. Sembra esclusa, almeno al momento, la possibilità di una quarta lista. Nei giorni scorsi, sulla stampa provinciale, veniva ipotizzata l’eventualità di una candidatura a sindaco dell’avv. Angelo Maietta, sostenuta dall’imprenditore Angelo Antonio D’Agostino (che, nel frattempo, ha ottenuto dal Tar la ripetizione parziale delle elezioni per la presidenza della Provincia), ipotesi seccamente smentita dal diretto interessato. Dunque, considerato il pochissimo tempo ancora a disposizione, sembra difficile che qualcuno possa costruire un’altra lista, tenendo anche presenti le difficoltà oggettive che, in misura probabilmente diversa, un po’ tutti i candidati a sindaco hanno incontrato e stanno ancora incontrando per individuare candidature credibili.
Nelle ultime due settimane, intanto, si è registrata una certa accelerazione delle operazioni pre-elettorali.
Il sindaco uscente Giuseppe Spagnuolo, iscritto al Partito democratico e sostenuto dal consigliere regionale Maurizio Petracca, dopo aver incassato il definitivo via libera alla candidatura dall’ossatura della sua maggioranza, ha inaugurato il Comitato elettorale in piazza Umberto I 17 (sotto i portici) e presentato sia il nome che il simbolo della lista: Atripalda Futura. “La nostra è una proposta che si pone in continuità con i cinque anni di amministrazione, con il lavoro svolto – ha dichiarato Giuseppe Spagnuolo -. Ma si tratta di una proposta che guarda al futuro. Perché oggi ci sono le condizioni per proiettarsi verso il domani con ottimismo. Quella di cinque anni fa è stata una vera e propria chiamata alle armi. Abbiamo chiesto ai cittadini di scegliere Atripalda perché bisognava ricomporre una comunità che era lacerata. Dovevamo rimettere la città su di una strada sicura. Ci siamo interrogati, perciò, se era il caso di continuare con lo stesso nome, Scegliamo Atripalda, utilizzato nel 2017. Abbiamo deciso di utilizzare un nuovo nome, che contenesse uno slancio, una proiezione verso il futuro. In questi ultimi cinque anni abbiamo lavorato in maniera costante, in maniera dura e silenziosa perché la situazione ereditata necessitava di un impegno gravosissimo. Oggi riteniamo di essere usciti da quella condizione così cupa. Oggi siamo consapevoli di aver raggiunto risultati tali che ci consentono di guardare al futuro con ottimismo. Oggi possiamo continuare questo lavoro per imprimere quella svolta che abbiamo in mente”. Poi la spiegazione del simbolo: “La scritta è sulla base perché con il nostro lavoro abbiamo gettato solide basi grazie alle quali possiamo proiettarci verso il futuro. Abbiamo scelto il campanile di Santa Maria delle Grazie che simboleggia la nostra storia e rappresenta l’istituzione. Poi ci sono le persone che sono i destinatari della nostra azione. E’ verso di loro che indirizziamo il nostro lavoro ed è con il loro sostegno che vogliamo continuare a fare il bene di Atripalda. Dobbiamo riuscire a creare un collegamento ancora più forte con la comunità. Proveremo a trasmettere loro la nostra convinzione di essere dalla parte giusta e chiederemo sempre maggiore partecipazione. Una dinamica virtuosa che ci consentirà di costruire una città sempre più moderna, efficiente. Se Atripalda fosse un palazzo da costruire in questi cinque anni abbiamo realizzato le fondamenta. E’ tempi di alzare nuovi piani e di guardare sempre più in alto. Non è presunzione – ha concluso il primo cittadino – se dico che, a partire dal risanamento dei conti, i risultati raggiunti sono sotto gli occhi di tutti, sono evidentissimi: dai finanziamenti agli investimenti fino ai progetti da candidare sul Pnrr. Sono questa la testimonianza migliore di un lavoro svolto con passione e competenza. Sono queste le fondamenta su cui possiamo poggiare l’Atripalda futura”. Al momento dovrebbero essere certamente al suo fianco il vicesindaco uscente Anna Nazzaro, gli assessori Massimiliano Del Mauro e Stefania Urciuoli, i consiglieri Salvatore Antonacci e Giuliana De Vinco, ai quali dall’esterno si aggiungeranno Ulderico Pacia, Enzo Raucci (marito di Lia Gialanella) e Andrea Marena (esponente di Fd’I). Trattative in corso per Livio Guerriero e Gerardo Malavena. E dopo il forfait di Costantino Pesca, costretto a rinunciare alla candidatura per ragioni di lavoro, non è mancato il pressing sul padre Rino Pesca e sullo zio Carmine. Circolati anche i nomi di Franco Landi, Generoso Sole e Carmine Alvino. Più dentro che fuori, anche se ancora non hanno ufficialmente sciolto le riserve, gli assessori Nancy Palladino e Mirko Musto, il quale, nei giorni scorsi, infatti, ha diffuso, insieme alla consigliera Maria Picariello, il seguente comunicato: “I consiglieri comunali Maria Picariello e Mirko Musto, dopo aver organizzato la manifestazione dell’11 marzo scorso, intendono assumere un’iniziativa aperta agli amministratori e agli Atripaldesi per dare continuità al progetto politico volto alla creazione di un’area moderata e di centro nel più ampio contesto politico nazionale. Le prossime elezioni amministrative, a partire dal nostro comune di Atripalda, rappresentano un’occasione importante per costruire questo percorso”. Un comunicato un po’ “sibillino” che, infatti, ha provocato una certa agitazione, sia nella maggioranza che nell’opposizione, soprattutto perché ormai la consigliera di minoranza Maria Picariello, esponente di Italia Viva, veniva considerata candidata sicura con Paolo Spagnuolo. L’interpretazione più diffusa alla fine è stata quella che, comunque vada, Mirko Musto e Maria Picariello non si candideranno in liste diverse. Ed, infatti, nei giorni successivi, il consigliere regionale Enzo Alaia, riferimento provinciale di Italia Viva, ha incontrato sia Paolo Spagnuolo che Giuseppe Spagnuolo nel tentativo di verificare che margini di accordo vi fossero per il tandem di candidati. La sensazione è che alla fine tutto è possibile, anche che uno dei due rinunci alla candidatura dando il via libera all’altro nella lista che ritiene migliore.
Il capogruppo di opposizione Paolo Spagnuolo, intanto, dopo aver inaugurato la sede del Comitato elettorale in piazza Umberto I 55 (accanto al Beviamoci Su) e annunciato da tempo il nome della lista (Attiva Atripalda) è impegnato nella rifinitura della lista elettorale, che sulla carta sembra quasi chiusa. Al momento dovrebbero considerarsi certi tutti gli uscenti Mimmo Landi, Franco Mazzariello, Fabiola Scioscia e Maria Picariello (con un punto interrogativo dettato dalle incertezze di cui sopra), ai quali si dovrebbero aggiungere alcuni dei candidati non eletti cinque anni fa come Ferruccio Solimene, Maria Fasano, Giusy Pizzano, Lello Barbarisi e Antonio Guancia e le “nuove proposte” Lello Labate (che nel frattempo si è autosospeso dalla carica di Presidente della Pro Loco), Andrea Montuori, Gianna Parziale, Carmen Trasente, Valentina Barile, Luca Imparato e Pio Iermano. «Non nascondiamo di essere felici della squadra che abbiamo formato. È una lista, quella di “Attiva Atripalda”, che si è costruita in maniera naturale, senza nessuna spinta dai centri di potere – ha scritto il candidato sindaco sulla sua pagina fb -. Ci siamo incontrati discutendo su Atripalda, immaginando la città per gli anni futuri. Inoltre, siamo soddisfatti perché abbiamo la consapevolezza di poter avviare una rivoluzione culturale, anche grazie alla presenza di tante sensibilità nuove che, insieme ai candidati più esperti, rappresentano il giusto mix. Le sfide che abbiamo avanti non sono poche e nemmeno semplici, a partire dal decoro urbano, l’emergenza ambientale, il calo demografico ed una pianta organica del Comune ridotta all’osso. Tuttavia, grazie ad un programma innovativo e concreto, che abbiamo già pronto, siamo sicuri di poter vincere, insieme a voi, qualsiasi sfida, tra cui quella rappresentata dal PNRR. La città di Atripalda può avere un’evoluzione positiva, ma occorre affidarla a persone responsabili, che abbiano una visione chiara. Noi, già dal giorno successivo alle elezioni, ci dedicheremo anima e corpo per assicurare alla nostra comunità la bellezza che merita. Il nostro obiettivo prioritario non è soltanto far rinascere Atripalda, messa duramente in ginocchio dagli ultimi avvenimenti della Pandemia, ma anche darle una nuova identità. Per questo avvieremo un percorso di digitalizzazione che preveda l’attivazione di app e servizi online, per garantire la massima trasparenza sulla gestione dei servizi pubblici erogati, con risposte e soluzioni veloci. Immaginiamo di coinvolgere i giovani, tramite progetti di Servizio Civile e volontari per permettere a tutti i cittadini di prendere confidenza con i nuovi servizi digitali».
Anche la candidata a sindaco della lista Abc – Atripalda Bene Comune, Nunzia Battista, dopo aver ufficializzato da tempo nome e simbolo, è impegnata nel completamento della lista. I candidati sicuri, al momento, sono: Roberto Renzulli, Oscar Lui, Chiara Tarantino, Mario Nappi, Claudio Vecchione, Antonello Capone, Caterina Mozzillo, Marydin Mazzarella, Vito Piccirillo, Mary Del Gaudio e Anna Racca. Il nome dell’ultima ora è quello di Lucio Solimene. Nei giorni scorsi, però, è stata presentato anche un ‘consulente esterno’ per i fondi del Pnrr: il sindaco di Chiusano San Domenico, Carmine De Angelis. Con una diretta facebook curata da Ermelindo Romano, infatti, è stato posto l’accento sulla necessità di intercettare risorse europee contando sull’esperienza e le capacità del primo cittadino del comune alle pendici del Monte Tuoro. «La differenza tra noi e loro sta’ non solo nella grafica del logo ma soprattutto nel significato che esprime lo slogan: “ATRIPALDA BENE COMUNE” – ha scritto Claudio Vecchione, uno dei candidati al Consiglio comunale -. Noi di ABC siamo la cartina tornasole di entità nuove, scevre da contaminazioni politiche ma che soprattutto esprimono il dissenso di una parte di quella cittadinanza tradita da anni da continue promesse elettorali che tali sono rimaste. Insomma noi di ABC abbiamo la necessità e il dovere di dare voce a chi negli anni ha pagato sulla propria pelle bilanci farlocchi e un evidente dissesto urbanistico che ha precluso la ripresa socio-culturale della “Capitale” della Valle del Sabato. Si avete letto bene, la chiamo “Capitale” perché fino a qualche anno fa era la nostra cittadina il punto di riferimento dei paesi limitrofi, ancor di più di Avellino in quanto la nostra classe commerciale prima dell’insediamento indiscriminato dei super mercati, consentito da amministrazioni compiacenti, aveva creato un tessuto sociale talmente solido da fare da traino anche a tutte quelle attività legate alla crescita sociale e culturale del territorio stesso. Oggi, a pochi giorni dalle elezioni assistiamo ai soliti balzelli elettorali dove due entità partorite dalla stessa classe politica pdniana espongono gli stessi programmi che nella sostanza e nelle idee di attuazione sono uguali a quelli espressi nelle precedenti campagne elettorali. Il ripetersi delle stesse linee programmatiche dimostra il fatto di quanto poco o niente abbiano fatto per migliorare la vita del nostro paese, relegandolo ad un’ anonima periferia del vicino capoluogo di provincia. La difficoltà nel dare un volto definitivo all’elenco dei candidati con la ricerca magari di esponenti “puliti” da inserire nelle liste dei due “PD”, è secondo i loro capofila un momento di riflessione per un fisiologico e parziale rinnovamento nella ricerca di bilanciare esperienza e rinnovamento. Hanno profuso nel loro periodo di comando grandi energie “amministrando” e “progettando” chissà che cosa e se mai ci fosse stato questa laboriosità chissà per quali motivi è stata svolta nel “sommerso” e mai alla luce del sole. Oggi si rimettono con la stessa “tenacia” e “pazienza” con cui hanno amministrato, alla benevolenza di quella parte dell’elettorato ancora una volta pronto a firmare un assegno in bianco sulla fiducia. Oggi loro predicano di “Attivare” una città smart o di traguardare ad una “Atripalda Futura” senza tener conto che sono proprio in questi due aspetti che i due simboli nonostante una rivisitazione della grafica, nel concetto sono diametralmente opposti a quello che esprime lo slogan “Atripalda Bene Comune” e cioè: niente più promesse elettorali non mantenute e niente più conflitti di interesse impegnandosi per la comunità, guardando al futuro con l’aiuto di gente nuova per nuovi orizzonti».