Bergamo commemora le vittime del Covid: un tributo a coraggio e resilienza - Ilsabato.com
La Giornata Nazionale in Memoria delle Vittime dell’Epidemia di Coronavirus ha visto Bergamo protagonista di una toccante cerimonia, durante la quale le comunità si sono unite per ricordare i troppo pochi anni trascorsi dalla devastante crisi sanitaria. Questo evento non è solamente un momento di ricordo, ma un’opportunità per riflettere sulla forza che è emersa in un periodo così difficile, con particolare attenzione al valore del personale sanitario e alla dedizione dei ricercatori. Anche il sindaco, Elena Carnevali, ha sottolineato l’importanza di dare voce ai giovani, che hanno subito danni significativi a causa delle restrizioni legate alla pandemia.
La cerimonia di commemorazione ha avuto luogo nei pressi della chiesa di Ognissanti, dove è stata letta una preghiera di Ernesto Olivero, un momento significativo che ha preceduto la deposizione di una corona di fiori da parte del sindaco Carnevali. Questo gesto semplice ma profondo ha rappresentato un riconoscimento simbolico alle vittime del Covid-19 e a tutte le persone colpite dalla pandemia. Successivamente, i partecipanti si sono trasferiti all’interno del tempio, dove è stata presentata una riflessione del vescovo Francesco Beschi, già presente durante le tragiche fasi della pandemia.
Monsignor Beschi, nell’esprimere la sua vicinanza alle famiglie delle vittime, ha evidenziato l’importanza della comunione tra gli individui, soprattutto nei momenti di crisi. Ha richiamato alla mente il vuoto di chiese e piazze durante i picchi più critici dell’epidemia, sottolineando come ciò che rende l’umanità forte è proprio il legame che riesce a mantenere anche nei momenti di più profonda oscurità. La sua frase “Il segreto della vita è la comunione” ha risuonato tra i presenti, portando con sé un messaggio di speranza e ripresa.
Durante il suo discorso al Bosco della Memoria, la sindaca Carnevali ha voluto dedicare un’attenzione speciale ai professionisti della salute che hanno affrontato in prima linea la pandemia. Medici, infermieri e operatori delle forze dell’ordine, coloro che hanno lottato e sacrificato molto per il bene della comunità, meritano un riconoscimento pubblico. Carnevali ha rimarcato le difficoltà affrontate, in particolare dai medici di famiglia, che si sono trovati a gestire una crisi senza precedenti, spesso senza sufficienti strumenti di protezione.
La loro dedizione ha permesso di salvare vite in un periodo in cui la paura e l’incertezza regnavano sovrane. La sindaca ha descritto questi professionisti non solo come eroi, ma come persone esemplari che, nei momenti di indescrivibile sofferenza, hanno scelto di rimanere al fianco della comunità, dimostrando che il coraggio e la compassione possono superare le difficoltà più insormontabili. Le storie di dedizione ed empatia sono emerse con forza durante la cerimonia, un richiamo alla resilienza che Bergamo ha saputo esprimere.
La cerimonia ha visto la partecipazione anche del ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, la quale ha espresso la sua vicinanza non solo ai familiari delle vittime, ma anche a chi ha combattuto in prima linea durante l’emergenza sanitaria. Locatelli ha fatto riferimento alla perdita vissuta da molti bergamaschi, un dolore che ha toccato quasi ogni famiglia della città. Tuttavia, ha messo in evidenza come, nonostante il dramma e la paura, la comunità bergamasca ha dimostrato una grande forza, lottando e sostenendosi a vicenda in un momento di profondo smarrimento.
Il messaggio di gratitudine del ministro ha reso onore a tutte le persone che hanno sacrificato il loro tempo e sforzi per il bene collettivo. Il ricordo delle vittime e la celebrazione del coraggio umano durante la pandemia di Covid-19 hanno riscosso particolare importanza quest’anno, non solo come atto di commemorazione, ma come invito alla continuità della solidarietà e della ripresa collettiva.