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Bilancio in equilibrio grazie all’autovelox fisso, stasera in Consiglio comunale la “resa dei conti”

Palazzo di città chiamato a risarcire le sorelle Gengaro per circa 1,4 milioni di euro oltre gli interessi legali (altri 450mila euro) per l’occupazione e l’esproprio del suolo del Centro servizi di via San Lorenzo partiti nel 1996

Il Consiglio comunale di Atripalda è chiamato, questa sera alle ore 19:00, a discutere ed eventualmente approvare il Bilancio di previsione 2019/2021 già licenziato dalla giunta comunale lo scorso 5 aprile.

Da quest’anno  il documento di programmazione politico-economica deve rispettare una serie di nuove disposizioni contabili sia di carattere formale che sostanziale. Da un punto di vista formale le novità riguardano prevalentemente gli schemi relativi alle entrate e alle uscite impostati secondo nuovi raggruppamenti di voci ed il Documento unico di programmazione che sostituisce la precedente Relazione previsionale e programmatica. Da un punto di vista sostanziale le principali variazioni riguardano il rispetto del principio di contabilità per cassa (cioè basato sugli incassi reali) invece che di competenza (basato sugli incassi presunti), l’ampliamento delle competenze della giunta sulle variazioni di cassa e sul personale ed, infine, sull’esplicitazione di un Fondo crediti di dubbia esigibilità che attribuisce al bilancio maggiore credibilità.

In ogni caso, quello che il Consiglio comunale si appresta a discutere è un bilancio che contiene ancora un importante squilibrio nei conti che, senza le cospicue entrate che assicura costantemente l’autovelox fisso sulla Variante, avrebbe quasi certamente costretto l’Amministrazione guidata Giuseppe Spagnuolo a ricorrere alla procedura di pre-dissesto, ovvero al riequilibrio pluriennale (da 4 a 20 anni a seconda della passività accertata), la stessa a cui si è recentemente affidato il Comune di Avellino. Anche perché, dopo la sentenza De Caprariis (circa 300mila euro per l’esproprio del terreno per la realizzazione della bretella di collegamento fra Alvanite e Novesoldi) e la sentenza ImprePar (circa 1 milione di euro per i maggiori costi di costruzione delle palazzine di Alvanite) il Comune si è visto recentemente notificare una nuova sentenza di pagamento per circa 1,9 milioni di euro relativa al giudizio Gengaro. In sostanza, la Corte di Appello di Napoli, il 3 luglio dello scorso anno, ha sentenziato che il Comune di Atripalda dovrà corrispondere alle sorelle Adriana e Luisamaria Gengaro la somma di 233.432,60 euro per indennità di occupazione legittima fino al 2000 e 1.150.000 euro per indennità di esproprio dal 2000 in poi, rivalutati degli interessi legali maturati e maturandi (altri 450mila euro circa), più le spese di giudizio (circa 70mila euro), relativi all’occupazione e al successivo esproprio dei circa 13.613 mq. di suolo di via San Lorenzo utilizzati per la realizzazione del Centro servizi e del relativo parcheggio. Un contenzioso che si trascina ormai da 20 anni, non ancora concluso perché il Comune ha impugnato la sentenza, con istanza di sospensiva, presso la Cassazione, teso a stabilire se il suolo aveva o meno vocazione edificatoria e, quindi, l’entità dell’indennizzo da corrispondere ai proprietari, liquidati nel 1999 con 25.704.902 milioni di lire (14.728 euro). Finora le germane Gengaro sono riuscite a dimostrare, attraverso valutazioni comparative, che il valore del suolo non era quello stabilito dal Comune nel 1999, ma di circa 1,4 milioni di euro, ovvero quello che veniva fuori, riparametrato ed omogeneizzato, dall’acquisto avvenuto all’asta nel 1996 da parte dei fratelli Franzese di un suolo di 3.351 mq. in via Appia, proprietà ex Francavilla, e cioè molto di più di quanto stabilito dalla Corte di Appello di Napoli nel 2000 quando, all’inizio del contenzioso, già condannò il Comune ad indennizzare le germane Gengaro per circa 167mila euro.

In ogni caso, solo negli ultimi tre anni, cioè, il Comune è stato chiamato ad indennizzare privati ed imprese per oltre 3 milioni di euro, una cifra spropositata che avrebbe piegato anche l’amministrazione più virtuosa. Ed, invece, il bilancio comunale, proprio grazie alle multe elevate dall’autovelox fisso, è ritenuto in grado di completare agevolmente sia il rientro totale dal disavanzo di circa 2,7 milioni di euro certificato dalla nuova amministrazione poco dopo il suo insediamento che nuove ed impreviste sentenze sfavorevoli senza alcuna manovra tributaria straordinaria, né attraverso il ricorso ad alienazioni più o meno realistiche. L’autovelox fisso sulla Variante, le cui entrate possono essere utilizzate al 50% per le spese correnti, garantisce perfettamente la tenuta dei conti, assicurando un flusso di denaro stimato addirittura in 5.750.000 euro per il 2019, calcolato dal Comando dei Vigili urbani sulla base dei risultati ottenuti dall’entrata in funzione avvenuta a metà dello scorso mese di giugno, anche superiori alle previsioni iniziali di 4 milioni all’anno. Senza contare che l’altro 50% delle entrate, vincolato per legge ad investimenti per la sicurezza, garantirà una serie di interventi di riqualificazione dal forte impatto urbano altrimenti irrealizzabili senza finanziamenti esterni.

Published by
Gianluca Roccasecca