Blitz di attivisti a Roma Termini: manomesse le panchine contro i clochard - Ilsabato.com
Nella notte tra giovedì 13 e venerdì 14 marzo 2025, Roma Termini è stata teatro di un audace intervento voluto da un gruppo di attivisti ribattezzato ‘Robin Hood‘. Un’operazione che ha suscitato l’attenzione dell’opinione pubblica e ha messo in evidenza il dibattito in corso sulla gestione dello spazio pubblico e l’inclusività nella Capitale. I partecipanti hanno rimosso i divisori dalle panchine progettate per ostacolare i senzatetto, portandoli davanti a edifici istituzionali chiave come il ministero dei Trasporti, le Ferrovie dello Stato e il Campidoglio.
L’azione, rivendicata da attivisti anonimi, è stata corredata da un comunicato che denuncia la crescente esclusione sociale e la “normalizzazione dell’odio” nella città. “Volete abituarci a una città che esclude”, si legge nel documento, evocando un appello a una forma di resistenza contro l’indifferenza istituzionale. Gli attivisti hanno firmato il comunicato con l’iconico cappello di Robin Hood, simbolo di giustizia e lotta per i diritti degli ultimi.
Il messaggio centrale è chiaro: non serve un approccio che divide, ma piuttosto la creazione di politiche che favoriscano l’inclusione e l’accessibilità degli spazi pubblici. In un contesto in cui sempre più panchine e aree si trasformano in deterrenti per i più vulnerabili, il gruppo, attraverso questo gesto simbolico, chiede una riflessione più profonda sulle politiche abitative e sul supporto ai cittadini in difficoltà.
Nel comunicato, gli attivisti non si sono limitati a criticare ma hanno anche lanciato proposte concrete. Hanno infatti sollecitato il sindaco Roberto Gualtieri a investire nella costruzione di case popolari piuttosto che nel mantenimento di strutture sovraffollate e inaccessibili. L’appello sottolinea che le soluzioni ai problemi di disagio sociale non risiedono nell’installazione di panchine anti-clochard, ma nella creazione di opportunità per tutte le fasce della popolazione.
Le richieste si estendono anche al ministro Matteo Salvini, invitato a deviare l’attenzione dai deterrenti fisici e a supportare finanziariamente il sistema degli Help Center. Questa richiesta mette in evidenza l’importanza di soluzioni olistiche e umane nell’affrontare le problematiche legate alla povertà e all’emarginazione.
L’azione di Robin Hood arriva in un contesto segnato da un crescente disagio sociale e da frequenti critiche sulle politiche municipali e governative. La gestione dei fenomeni migratori e la risposta della città al fenomeno dei senzatetto sono diventati argomenti di acceso dibattito. Le reazioni alle azioni di questo gruppo di attivisti potrebbero variare: da una parte, chi sostiene l’urgenza di affrontare il problema della marginalizzazione, dall’altra chi vedrebbe in questo gesto un atto di vandalismo.
In un periodo in cui le istituzioni vengono accusate di mancanza di trasparenza e di un approccio sempre più repressivo, la voce di movimenti come quello di Robin Hood potrebbe trovare terreno fertile. Una società che si interroga sul suo futuro e sull’efficacia delle misure intraprese potrebbe riconsiderare i suoi valori e le sue scelte politiche in relazione ai più vulnerabili.
Questa azione simbolica a Roma Termini si presenta, dunque, come un ulteriore campanello d’allarme per le istituzioni, invitandole a riflettere sul loro ruolo nel creare una città davvero inclusiva e accogliente.