Il quinto indagato corre il rischio di andare a processo
Si terrà domani l’udienza preliminare per A.M., il dipendente comunale del IV settore in servizio presso il cimitero, indagato per truffa e falso ideologico per induzione, in concorso con i primi quattro già coinvolti nell’indagine condotta da Procura e Questura di Avellino che si è abbattuta su Palazzo di città.
Inchiesta partita alla fine di febbraio 2015 e che ha visto già coinvolti altri quattro dipendenti. M.A. 54 anni è difeso dagli avvocati Gerardo De Vinco e Sabino Rotondi, che in una nota hanno dettato la loro linea difensiva, con il chiaro intento di sottrarre il proprio assistito all’eventuale processo.
Il caso del quinto dipendente è nato grazie ad un secondo filone di inchiesta e dopo la nomina del consulente tecnico da parte del Comune, dr. Michele Colimoro, che tra le buste paga individuò altre anomalie come le somme accreditate illegalmente proprio al dipendente A.M. nel 2011 da gennaio ad aprile per un totale di 1.220 euro. Somme inserite all’interno del cedolino sotto la voce “Rimborso per spese di viaggio”, stesso artifizio utilizzato anche dagli altri quattro dipendenti già indagati e di cui uno già condannato. Rimborsi per spese di viaggio che inducevano in errore gli organi comunali preposti all’erogazione degli stipendi. Con il quinto indagato, le cifre sottratte illegalmente, stando all’accusa, salgono a oltre 170mila euro.