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Buste paga gonfiate al Comune, Marinari assolto: «Incubo finito, ringrazio chi ha creduto in me»

La Commissione disciplinare ha definitivamente archiviato il procedimento senza alcuna sanzione perché è stata accertata l’estraneità del dipendente alla truffa

E’ durato un anno e mezzo l’incubo di Aldo Marinari, 55 anni, dipendente comunale in servizio presso il cimitero, accusato di aver sottratto indebitamente 1.220 euro fra gennaio ed aprile del 2011 attraverso l’alterazione di quattro buste paga. Dopo la sentenza di proscioglimento per estinzione dei reati emessa nel novembre scorso dal giudice del tribunale monocratico di Avellino, Sonia Matarazzo, martedì scorso anche la Commissione disciplinare comunale ha archiviato il procedimento, scrivendo la parola fine ad una vicenda per certi aspetti grottesca, durata certamente molto più del necessario.

«Ho passato davvero un brutto periodo – commenta Marinari -, di notte non dormivo pensando alle accuse ingiuste che mi erano state rivolte. Ringrazio Dio, la mia famiglia e i miei avvocati che hanno sempre creduto nella mia innocenza e mi sono stati vicini. Adesso mi sento finalmente libero di camminare a testa alta e spero che si riesca a risalire ai veri artefici della truffa ai danni del Comune». Ed, infatti, se è vero che la Commissione comunale, formata dai capisettore Katia Bocchino, Enrico Reppucci e Paolo De Giuseppe, disponendo l’archiviazione del procedimento disciplinare a carico di Marinari ha evidenziato che “le retribuzioni effettivamente percepite nel periodo contestato risultano corrispondenti alle mansioni attribuitele, senza indebiti rimborsi e le cessioni correttamente operate e versate”, è altrettanto vero che il responsabile della manomissione delle quattro buste paga attraverso l’aggiunta di rimborsi spese per trasferte e della sottrazione delle relative somme alterate resta ancora da individuare.

«Siamo molto soddisfatti – commentano in coro Gerardo “Chicco” De Vinco e Sabino Rotondi perché siamo riusciti a dimostrare, aldilà di ogni ragionevole dubbio e indipendentemente dall’intervenuta prescrizione dei reati contestati, che il nostro assistito è assolutamente estraneo alla truffa delle buste paga gonfiate. La Commissione disciplinare, infatti, osservando la documentazione che abbiamo prodotto, cioè gli originali delle buste paga contestate e dei versamenti alla società finanziaria del quinto stipendiale, è arrivata alla conclusione che le buste paga di Marinari sono state alterate da qualcun altro, evidentemente per sottrarre denaro alle casse comunali o magari semplicemente per testare il meccanismo fraudolento».

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Gianluca Roccasecca