La Commissione disciplinare ha definitivamente archiviato il procedimento senza alcuna sanzione perché è stata accertata l’estraneità del dipendente alla truffa
«Ho passato davvero un brutto periodo – commenta Marinari -, di notte non dormivo pensando alle accuse ingiuste che mi erano state rivolte. Ringrazio Dio, la mia famiglia e i miei avvocati che hanno sempre creduto nella mia innocenza e mi sono stati vicini. Adesso mi sento finalmente libero di camminare a testa alta e spero che si riesca a risalire ai veri artefici della truffa ai danni del Comune». Ed, infatti, se è vero che la Commissione comunale, formata dai capisettore Katia Bocchino, Enrico Reppucci e Paolo De Giuseppe, disponendo l’archiviazione del procedimento disciplinare a carico di Marinari ha evidenziato che “le retribuzioni effettivamente percepite nel periodo contestato risultano corrispondenti alle mansioni attribuitele, senza indebiti rimborsi e le cessioni correttamente operate e versate”, è altrettanto vero che il responsabile della manomissione delle quattro buste paga attraverso l’aggiunta di rimborsi spese per trasferte e della sottrazione delle relative somme alterate resta ancora da individuare.
«Siamo molto soddisfatti – commentano in coro Gerardo “Chicco” De Vinco e Sabino Rotondi – perché siamo riusciti a dimostrare, aldilà di ogni ragionevole dubbio e indipendentemente dall’intervenuta prescrizione dei reati contestati, che il nostro assistito è assolutamente estraneo alla truffa delle buste paga gonfiate. La Commissione disciplinare, infatti, osservando la documentazione che abbiamo prodotto, cioè gli originali delle buste paga contestate e dei versamenti alla società finanziaria del quinto stipendiale, è arrivata alla conclusione che le buste paga di Marinari sono state alterate da qualcun altro, evidentemente per sottrarre denaro alle casse comunali o magari semplicemente per testare il meccanismo fraudolento».