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Buste paga gonfiate, il quinto dipendente indagato rischia la sospensione dal lavoro

Dopo la richiesta di rinvio a giudizio, avviato d’ufficio un procedimento disciplinare, ma i legali chiedono lo stop in attesa delle decisioni del Gup

Il quinto dipendente comunale indagato dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta sulle buste paga gonfiate è stato convocato per domani mattina dalla Commissione disciplinare comunale. La procedura disciplinare, infatti, è scattata lo scorso mese di dicembre quando la Procura ha notificato al sindaco ed al segretario comunale il decreto di fissazione dell’udienza preliminare per valutare la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pubblico ministero D’Onofrio per il reato di truffa e falso ideologico per induzione in concorso con gli altri quattro indagati.

L’inchiesta si è allargata nel luglio del 2016, dopo la denuncia presentata dall’ex sindaco Paolo Spagnuolo e dal segretario comunale Beniamino Iorio sulla base dei riscontri emersi dall’attività di verifica straordinaria delle buste paga dei dipendenti avviata dalla consulente del lavoro Gabriella Spagnuolo nel mese di febbraio 2015, subito dopo l’esplosione dello scandalo al Comune. La professionista esterna, infatti, si accorse che alcune voci stipendiali, come le indennità chilometriche, non sembravano coerenti con le mansioni svolte dai dipendenti ed, infatti, nel caso in esame, emerse che per 4 mesi, da gennaio ad aprile 2011, nel cedolino del dipendente era prevista la somma non dovuta di 305 euro a titolo di “rimborso spese di viaggio”, per complessivi 1.220 euro.

Gli avvocati del dipendente, Gerardo De Vinco e Sabino Rotondi, nell’attesa di poter respingere ogni addebito a carico del proprio assistito, che ha cominciato ad avere problemi di salute, hanno già chiesto la sospensione della procedura disciplinare proprio per attendere le decisioni che il giudice per le udienze preliminari adotterà il prossimo 30 marzo, data a cui è stata rinviata l’udienza dopo che il 16 febbraio scorso i due legali hanno sollevato l’eccezione del difetto di notifica perché la cancelleria del tribunale ha trasmesso il decreto di fissazione dell’udienza alle parti offese non all’attuale sindaco Giuseppe Spagnuolo ma all’ex sindaco Paolo Spagnuolo e, perdipiù, anche al segretario comunale che, invece, non è legittimato a costituirsi parte civile.

Ciò che sembra intanto già emergere in maniera chiara è che, con ogni probabilità, entrambi i reati contestati al quinto dipendente indagato sarebbero nel frattempo prescritti (sei anni) e, comunque, l’aspetto più singolare è che il cedolino del dipendente sarebbe completamente diverso rispetto a quello rinvenuto al Comune e non contenente la voce contestata, ovvero quella relativa alle indennità chilometriche, coincidendo con l’altro solo per il totale netto dello stipendio corrisposto al dipendente. E ciò farebbe ritenere, se il documento è originale, che le spettanze artificiosamente aggiunte in busta paga, anziché essere intascate dal dipendente in questione, venivano invece riscosse da qualcun altro attraverso un sistema vasi comunicanti.

Nel frattempo bisognerà aspettare il prossimo 25 maggio per ascoltare i primi quattro testi dell’accusa nel processo penale a carico di tre degli altri quattro dipendenti indagati, mentre il quarto, condannato già lo scorso anno, nel frattempo ha presentato ricorso in Corte d’Appello.

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Gianluca Roccasecca