
Camera approva mozione sulle carceri: il dibattito si accende tra maggioranza e opposizione - Ilsabato.com
L’approvazione della mozione sulle carceri da parte della Camera dei Deputati ha riacceso il dibattito politico riguardo al sistema penitenziario italiano. Con 148 voti favorevoli e 116 contrari, il centrodestra ha ottenuto un’importante vittoria, mentre le opposizioni hanno affrontato la questione dell’assenza del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Questo episodio rivela non solo le divisioni politiche in merito alla gestione delle carceri, ma anche le crescenti preoccupazioni riguardanti il sovraffollamento e le condizioni di vita nei penitenziari.
Il contenuto della mozione approvata
Il testo approvato prevede impegni specifici volti a migliorare le condizioni delle carceri. In particolare, il governo si è impegnato a valutare “circoscritti e mirati rafforzamenti delle misure alternative al carcere”, focalizzandosi su detenuti tossicodipendenti o in evidenti condizioni di fragilità psico-fisica. Tuttavia, si escludono misure clemenziali generalizzate, segnalando un approccio più restrittivo rispetto a eventuali provvedimenti di clemenza. Inoltre, la mozione richiama il governo a proseguire con iniziative già avviate contro il sovraffollamento carcerario, attraverso la costruzione di nuovi istituti e il ripristino di posti detentivi attualmente indisponibili.
La questione del sovraffollamento si fa sempre più urgente, tanto che il numero di detenuti supera di 16mila i posti disponibili. Questo problema si riflette non solo nella capacità delle strutture di accogliere prigionieri, ma anche nella qualità della vita all’interno delle carceri, che versa in condizioni drammatiche.
Critiche e dichiarazioni dell’opposizione
Le opposizioni hanno espresso forti critiche nei confronti del governo e della maggioranza. Le mozioni presentate da PD, AVS, +EU, Azione e Italia Viva, così come quella del Movimento 5 Stelle, sono state bocciate. I deputati del PD hanno denunciato l’assenza del ministro Nordio durante il dibattito, ritenendo “inaccettabile che non fosse presente in un contesto tanto delicato”. Hanno sottolineato come questa assenza sia espressione di un “disinteresse totale verso questioni cruciali come il sovraffollamento delle carceri”.
In una nota ufficiale, i membri dem della commissione Giustizia hanno enfatizzato la gravità della situazione, evidenziando che la mancanza di un piano chiaro e di misure concrete da parte del governo non fa che aggravare il problema. Si è reiterato il bisogno di “azioni immediate e di un intervento più incisivo nella gestione delle problematiche carcerarie”.
La drammaticità della situazione carceraria
Tra i dati allarmanti citati durante il dibattito, spicca il numero di suicidi avvenuti nelle carceri italiane, con venti detenuti che hanno scelto di togliersi la vita nei primi mesi del 2025. Questa statistica mette in evidenza una crisi umanitaria che non può più essere ignorata. Come ha sottolineato Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata del PD, l’articolo 27 della Costituzione italiana prevede che “la pena debba avere una funzione rieducativa”, e le condizioni attuali delle carceri non consentono di perseguire tale obiettivo.
Critiche sono arrivate anche per l’approccio del governo, che ha presentato un piano ambizioso per la creazione di nuove strutture penitenziarie. Ciò viene visto come un tentativo di affrontare una crisi complessa con “soluzioni apparentemente semplicistiche”, piuttosto che intervenire sulle cause sottostanti del sovraffollamento e delle cattive condizioni di vita nei penitenziari.
La chiamata all’azione è chiara e pressante. Le organizzazioni e le figure politiche chiedono all’esecutivo di smettere di concentrare gli sforzi su misure di sicurezza e repressione e di iniziare a considerare vere e proprie strategie di riforma del sistema penitenziario. In questo contesto, la cooperazione tra le forze politiche diventa fondamentale per portare avanti un cambiamento significativo.