Carlo Ancelotti critica la gestione del calendario da parte di Liga e Uefa: un problema sottovalutato

L’argomento del calendario calcistico è tornato al centro del dibattito dopo le affermazioni di Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid, che ha sollevato interrogativi sul numero elevato di partite e sulle difficoltà che ne derivano per i calciatori. Questa situazione è diventata ancora più accentuata con l’introduzione del nuovo format della Champions League e del Mondiale per Club, eventi che hanno allungato un calendario già fitto di impegni. L’allenatore ha parlato chiaramente delle pressioni che i giocatori devono affrontare, evidenziando un problema che potrebbe influenzare la qualità del gioco e il benessere degli atleti.

Le dichiarazioni di Ancelotti sul calendario

In una recente conferenza stampa, Carlo Ancelotti ha espresso il suo disappunto riguardo alla pesantezza del calendario e al ritmo frenetico delle partite. “Questa è una stagione stressante a causa del calendario“, ha dichiarato l’allenatore. Ancelotti ha lamentato l’intensità degli impegni che ha costretto i suoi giocatori a competere ogni tre giorni. Tale pressione costante non solo limita il tempo a disposizione per la preparazione di ogni singola partita, ma crea anche seri problemi nel recupero fisico dei calciatori.

Per Ancelotti, la situazione è insostenibile anche per chi, come lui, non scende in campo. Il tempo ridotto tra le partite influisce sulla qualità della preparazione e, di conseguenza, sulla prestazione sportiva. Gli allenatori, oltre a gestire il talento e le abilità dei propri atleti, devono fare i conti con il calendario, che influisce direttamente sulla strategia di gioco. Ancelotti ha chiarito che l’unica soluzione praticabile sarebbe quella di concedere ai giocatori una pausa, ma questo non sembra essere all’orizzonte.

Le responsabilità delle federazioni

In un attacco diretto ai vertici del calcio, Ancelotti ha puntato il dito contro le federazioni, a cominciare da quelle europee fino ad arrivare a quelle nazionali. Ha sottolineato come le decisioni prese siano spesso motivate da interessi economici, in particolare legati ai diritti televisivi. Questi interessi, stando a quanto affermato dall’allenatore, stanno sopraffacendo la salute e il benessere dei calciatori, il cui numero di partite continua a crescere senza un adeguato margine di recupero.

Ancelotti ha affermato che il minimo necessario tra un match e l’altro dovrebbe essere di 72 ore, ma questo non sembra essere mai rispettato. La dinamica attuale crea un ambiente in cui le prestazioni atletiche possono risentirne, con un potenziale aumento del rischio di infortuni. Malgrado le lamentele, al momento non sembrano esserci segnali di un cambiamento che possa alleviare la pressione sui calciatori.

Polemiche sul mondiale per club e l’arbitro

Un ulteriore punto di discussione nella conferenza stampa è stato l’episodio legato al rigore di Julian Alvarez, che ha suscitato polemiche in Spagna. Ancelotti, tuttavia, ha preferito non alimentare il dibattito, dichiarando: “Non mi sono accorto di tutto questo rumore, di queste polemiche. Per noi quella partita è finita, pensiamo alla prossima.” La sua risposta sottolinea l’importanza di mantenere la concentrazione sulla squadra e sulle sfide future, piuttosto che sulle controversie passate.

Con l’avvicinarsi di ulteriori impegni sia in campionato che in Champions League, la gestione del calendario diventerà sempre più cruciale per il successo delle squadre, e le dichiarazioni di Ancelotti potrebbero rimanere un tema centrale nel dibattito sul futuro del calcio professionistico.

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Jessica Lacorte