Una raccolta di versi frutto di amicizia e “amore per la scrittura”: «E’ un’esigenza che proviene dal cuore». Appuntamento alle ore 17:00 al “Clicquot”
Come e quando è nata la passione per la poesia?
E’ difficile dirlo, scrivere è una vocazione, non si fa per commissione, ma per esigenza personale, per esprimersi. Sono stata sempre una lettrice, amo tanto anche il teatro. Ricordo che quando insegnavo organizzavo recite e scrivevo di mio pugno le sceneggiature…
E l’idea di pubblicare i propri versi quando è arrivata?
Lucia Gaeta, la poetessa atripaldese, che organizza il “Premio San Valentino” e non solo, mi ha spronata, ha creduto in me… Avevo iniziato per caso, gettavo versi spontanei e li pubblicavo sulla mia bacheca di Facebook. A marzo ho stretto amicizia con Lucia e lei li ha notati, a mia insaputa ha conservato ogni poesia che pubblicavo o inviavo in messaggio privato.
E poi… cosa è successo?
Lei, un bel giorno, mi ha detto che aveva conservato le mie poesie. Mi ha spronato a continuare, mi ha dato forza, ha creduto in me e la ringrazio molto. Un giorno mi ha regalato un’agenda bellissima, in tema shakespeariano, quasi a richiamare la mia professione (insegnante di inglese in pensione ndr.) e mi ha detto che da quel giorno avrei dovuto sempre portarla per me e usarla nei momenti di ispirazione e così ho fatto, sto facendo. Le ho dedicato una poesia dal nome “Agenda”. Alla fine è arrivata la raccolta…
Parliamo proprio della raccolta: quanti testi contiene e di che genere?
Ci sono circa 70 poesie, non seguo uno stile e i temi sono tutti diversi. Mi sono lasciata guidare dalle mie esperienze personali, dall’essere figlia, sorella, insegnante, moglie, amica e non solo… C’è una poesia dedicata alla Luna, un’altra ai bambini che soffrono e un’altra, per esempio, a don Cristian Sciaraffa.
Come mai proprio a don Cristian ha deciso di dedicare una poesia?
Ho letto una delle sue tantissime e profonde frasi che scrive su Facebook. Ho avuto da lì l’ispirazione che mi ha portato a scrivere ed ecco la poesia dal titolo “Caro amico”.
“Se fossi poesia”: come mai questo titolo, questa copertina?
Il titolo richiama uno scritto contenuto nella raccolta in cui penso di poter essere “la forza della poesia”, l’arma che può combattere il male. La copertina dell’artista Salvatore Damiano è un omaggio ai colori dell’esistenza, della natura, al paesaggio della vita. La pubblicazione è stata possibile solo grazie al professore Giuseppe Barra…
C’è una corrente poetica alla quale si ispira?
Sicuramente i grandi come Pascoli e Leopardi… Accompagna la mia penna la figura del “fanciullino”, ma la mia scrittura è semplice, spesso stringata forse per il mio amore verso gli ermetici come Ungaretti, Montale che “con poco dicevano tutto”.
E’ soddisfatta di questa nuova avventura?
Voglio che le persone possano conoscermi attraverso i miei scritti, capire cosa ho dentro e cosa voglio raccontare. Ripeto, nulla è preparato, sento di essere come il pittore Orazio Gaita, da poco venuto a mancare… Lui dipingeva con molta naturalezza e senza pretese, lo stesso è per me.