Cartelle estattoriali, puoi dimenticarti di questi debiti: per quali scatta la prescrizione
Arriva la prescrizione per le cartelle esattoriali. Ecco chi non dovrà più pagare nel 2025 e perché. Di seguito tutto quanto devi conoscere.
Le cartelle esattoriali rappresentano senza ombra di dubbio una delle comunicazioni più temute dai cittadini. Si tratta di un documento ufficiale con cui l’Agenzia delle Entrate Riscossione richiede il pagamento di un debito non saldato.
Infatti, possono riguardare multe, tributi locali, tasse nazionali o contributi previdenziali. Però, non tutti sanno che anche le cartelle esattoriali hanno una scadenza, oltre la quale il debito non è più esigibile. Questo avviene grazie alla prescrizione, che varia a seconda della natura del tributo o della sanzione.
Quando vanno in prescrizione le cartelle esattoriali e come
La prescrizione di una cartella esattoriale è il termine entro il quale l’ente creditore può esigere il pagamento. Trascorso questo periodo, il debito non è più valido e il contribuente non è più obbligato a pagare. Però, è importante ricordare che eventuali atti interruttivi, come una comunicazione ufficiale o un sollecito di pagamento, possono far ripartire il conteggio del tempo.
Infatti, la durata della prescrizione varia a seconda del tipo di debito. La prescrizione triennale, ad esempio, riguarda i tributi automobilistici, come il bollo auto. Questo significa che, se dopo tre anni dalla scadenza del pagamento non si ricevono comunicazioni, il debito cade in prescrizione e non può più essere richiesto.
Un altro caso comune è quello della prescrizione quinquennale. Questa si applica, ad esempio, alle multe per infrazioni al codice della strada, ai tributi locali come la tassa sui rifiuti (TARI) e ai contributi previdenziali dovuti all’INPS. Se in cinque anni non ci sono atti che interrompano il termine, il debito decade definitivamente.
La prescrizione decennale, invece, riguarda debiti più rilevanti, come l’IVA o l’IRPEF. In questo caso, il termine è più lungo proprio per consentire all’ente creditore di recuperare somme significative. Anche qui, però, il decorso del tempo può essere interrotto da atti ufficiali inviati al contribuente, che fanno ripartire il conteggio dei dieci anni.
Però, è fondamentale sapere che non basta attendere la scadenza del termine per considerare il debito annullato. Bisogna verificare attentamente che non ci siano stati atti interruttivi o notifiche che abbiano riattivato il conteggio. In questi casi, è sempre consigliabile rivolgersi a un professionista o consultare il portale dell’Agenzia delle Entrate per avere la certezza della propria situazione.
Le cartelle esattoriali, pur rappresentando un aspetto complesso e spesso stressante per molti contribuenti, sono soggette a regole precise in termini di prescrizione. Conoscere questi termini e monitorare eventuali comunicazioni ricevute è essenziale per evitare di pagare somme non dovute. Dopo tutto, essere informati è il primo passo per gestire al meglio le proprie finanze e vivere con maggiore serenità.