Il termine per la presentazione delle cartine è slittato al 31 gennaio. Intanto la differenziata si conferma in calo e nulla ancora si sa sull’inquinamento delle falde acquifere
Siamo giunti alla fine dell’anno e una problematica che sicuramente si trascinerà nel 2017 è la questione ambientale. Abbiamo registrato tre campanelli di allarme molto significativi. Il primo riguarda la raccolta differenziata che, in base ai dati che abbiamo raccolto, sembrerebbe in calo. Nei primi dieci mesi del 2016 la spesa per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati è stata di 253.687 euro, aumentando del 25% rispetto ai due anni precedenti (nel 2015 è stata di 226.747 euro; nel 2014 è stata di 202.547 euro). L’Osservatorio regionale dei rifiuti stima che a fine anno la percentuale di differenziata scenderà addirittura al 63,77%, al di sotto della soglia del 65% prevista dalla legge. Un dato davvero molto triste se si pensa che ad Atripalda la raccolta differenziata era partita con il botto, sfiorando anche il 78% nel giugno 2013.
Nel nuovo anno sentiremo ancora parlare anche dell’inquinamento delle falde acquifere. Dopo l’allarme lanciato dal comune di Avellino per il ritrovamento del tetracloroetilene nelle falde della zona di Pianodardine, l’Amministrazione atripaldese ha deciso di non predisporre, almeno in un primo momento, un’ordinanza di divieto di captazione dell’acqua dei pozzi pubblici e privati, nonostante il capoluogo avesse adottato immediatamente questo provvedimento e lo avesse anche notificato ad Atripalda. A quasi un mese di distanza dall’emissione dell’ordinanza ad Avellino, non sappiamo ancora come voglia agire il Comune e se, nel frattempo, abbia predisposto delle analisi sulle falde acquifere atripaldesi. Il caso sembra finito nel dimenticatoio ma la paura resta insieme a un grande punto di domanda sul reale stato delle falde acquifere atripaldesi.
Infine, l’ultimo campanello di allarme riguarda la situazione degli scarichi fognari abusivi. Il sindaco ha pubblicato sul sito del Comune l’avviso che la scadenza del 12 dicembre è stata prorogata al 31 gennaio 2017 e, dunque, la mappatura di tutti gli scarichi illegali è sempre più lontana.