Costruzione di studentati: il governo punta a 60mila posti letto entro il 2026 - Ilsabato.com
La costruzione di nuovi studentati si conferma un tema cruciale per il governo italiano, che si è impegnato a realizzare un obiettivo ambizioso: creare 60mila nuovi posti letto entro il 2026. Con l’obiettivo di migliorare le condizioni abitative degli studenti universitari, la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, ha fornito importanti chiarimenti sulla strategia attuata, sfatando alcune notizie errate circolate negli ultimi giorni riguardo all’andamento del progetto.
Il governo ha ereditato una situazione complessa, con un target di 60mila posti letto da realizzare in un arco di tempo di tre anni, sostenuto da un budget complessivo di 900 milioni di euro. La ministra Bernini ha sottolineato la differenza tra le misure attuali e quelle passate: negli ultimi venti anni, sono stati costruiti solo 40mila posti letto, impiegando tempi di costruzione di 8-10 anni e una spesa di 80mila euro per ogni posto letto. Questo confronto evidenzia le sfide enormi che il governo si trova ad affrontare.
Grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza , la gestione del budget è cambiata in modo significativo. Attualmente, il costo per posto letto, fissato a 15mila euro, rappresenta una condizione non negoziata e comporta un certo numero di vincoli. Tuttavia, l’esecutivo ha trovato il modo di alleggerire alcune di queste restrizioni, consentendo un approccio più flessibile e reattivo alla costruzione di studentati.
Per potenziare il progetto, il governo ha operato anche un’iniezione di fondi propri, aggiungendo 300 milioni di euro. Questa manovra ha portato il finanziamento totale a 1,2 miliardi di euro, consentendo così un costo medio di 20mila euro per ciascun posto letto. È evidente quanto sia stata laboriosa la trattativa con l’Unione Europea che ha permesso l’ottenimento di tali risorse, sottolineando la determinazione dell’esecutivo nel perseguire obiettivi di lungo termine per il benessere degli studenti.
In confronto a gestioni precedenti, gli effetti si vedono concretamente: sono state create strutture commissariali specifiche per il progetto, e si è registrata una velocità di realizzazione degli alloggi cinque volte superiore rispetto al passato, con costi significativamente ridotti. Con l’introduzione di un sistema di assegnazione di fondi “a sportello”, la distribuzione delle risorse non avviene sulla base di scelte politiche, ma in risposta alle richieste concrete delle università e delle città.
La ministra ha evidenziato l’importanza di coinvolgere il settore pubblico, oltre a quello privato, per massimizzare il numero di studenti che potranno beneficiare di queste strutture. Alcuni atenei e città non hanno ancora aderito pienamente al bando, ma sono in corso collaborazioni con ANCI per assicurare che tutti abbiano l’opportunità di partecipare.
La ministra Bernini ha rassicurato che nessuna città è esclusa dal programma e ha esortato a non fare il tifo contro questo piano, sottolineando che le sue sorti sono legate a quelle degli studenti.
Questo approccio proattivo del governo segna un cambio di passo significativo nella gestione delle politiche abitative per gli studenti, puntando a garantire un futuro migliore per le nuove generazioni di universitari. La relazione tra governo, università e città rappresenta una nuova frontiera per affrontare una questione storicamente trascurata.