«Il Governo non ha mai cercato di tenere basse le temperature dello scontro politico»
L’ex Sindaco può ritenersi al capolinea della sua esperienza alla guida del Paese e del suo Partito.
E’ quanto mai una questione di prospettive disattese in una narrazione a cui hanno partecipato, a vario titolo, le lobby finanziarie e bancarie italiane ed internazionali, l’editoria main-stream, le derivazioni dall’Antiberlusconismo, l’accento populista, la presunzione che Renzi potesse riempire da solo il vuoto generato dai governi pseudo-tecnici che si sono rapidamente succeduti nel dopo Berlusconi.
L’attacco alla minoranza del suo Partito ha tracciato i limiti del Premier: un segno di debolezza in un momento in cui quella parte di Partito poteva , e così forse sarà, essere determinante per il futuro, per la sua conservazione o la sua dissipazione.
Si è parlato tanto di “populismo”, del suo incessante procedere fino ad occupare la poltrona più importante del mondo (Trump). Questa parola è oggetto di grandi dissertazioni, che quasi tutti gli attori della politica vogliono stigmatizzare o addossare all’avversario di turno. Eppure possiamo dire che l’avvento del Segretario PD è tutto populista (Leopolda). Ricordiamo la parola d’ordine di Renzi , il Mantra, la sua missione: ROTTAMAZIONE. Non era quella una parola urlata alla pancia del popolo? Non era quella una cavalcata barbara che voleva spazzare il “vecchio” come polvere nella storia?
Ma i limiti di Renzi non si esauriscono qui: aver soggiogato gli organi di stampa, averli cooptati in una caldera di pensiero unico ha provocato un enorme effetto collaterale: il bisogno di pluralità che ha scelto due luoghi ove manifestarsi a pieno : il web e la Piazza. Luoghi in cui ha perso, e continua a perdere, con schiere di sodali a seguito e il malcontento in ogni città. Malcontento che si è spesso risolto con la violenza contro chi manifestava il suo dissenso democraticamente. Insomma botte e cariche a tutte le latitudini, da Milano a Catania, nella sua Firenze. Segno di debolezza diremmo che assomiglia molto ad una strategia repressiva di stampo fascista. Un Premier più a destra delle destre riconosciute. L’ultima volta che avevamo assistito a tanta “Severità di Stato” eravamo a Genova, nel 2001.
Il Governo non ha mai cercato di tenere basse le temperature dello scontro politico, e la scelta di personalizzare l’esito del Referendum di dicembre è stata benzina sul fuoco.
I lavoratori, i disoccupati, milioni di italiani, poveri ed impoveriti (da una politica di tagli ed indifferenza sostanziale alle esigenze di una Nazione in crisi cronica) hanno smesso di credere alla favole della crescita del PIL, delle riforme quali volani della ripresa . Non funzionano le mance di 80 euro se poi si eliminano dalle manovre finanziarie, le spese sanitarie, gli aiuti ai disabili , se si abbattono in un sol colpo i diritti dei lavoratori col Job Act, i diritti all’istruzione con La Buona Scuola.
La trovata di Cantone non ha sortito nessun vantaggio, mai la corruzione è stata così diffusa come in questo periodo storico. Lo confermano le centinaia di casi di corruzione che investono il PD e la compagine di Governo, né viene scalfita la corruzione ai livelli più bassi. Anzi, entrando nel dettaglio, c’è proprio una proposta di modifica riguardante l’immunità per i Consiglieri Regionali che si tradurrà in impunità per chi compie reati contro la pubblica amministrazione.
Inoltre non passa inosservata la “stretta” sulle nomine dei componenti del CSM, che limiterà l’indipendenza dell’organo di garanzia
Non è un caso che quasi tutti i Costituzionalisti italiani abbiano fatto fronte unico contro una riforma che modificherebbe ben 47 articoli. Quesito fuorviante che pare indirizzato verso la riduzione dei costi della politica, ma che in realtà non sposta di una virgola la questione, altrimenti si sarebbe votata la recente proposta del M5S in materia di dimezzamento dei compensi parlamentari. Difficile per una classe politica che assume sempre di più, inesorabilmente, le sembianze di una Oligarchia che trova nell’Europa delle banche e delle Elite, la sponda per stritolare i diritti e le libertà dei cittadini. Ecco spiegato tutto l’arsenale mediatico di una campagna referendaria senza precedenti per prepotenza e menzogna.
Lo scopo ultimo è quello di rottamare (ecco che ritorna il sacro fuoco del primo Renzi!) la Costituzione Italiana che non piace ai potenti di Bruxelles, non piace alle super Banche e ai soloni dell’Austerità, che altro non è che una terapia di indebolimento , di sfinimento degli Stati. Imporre una strategia simile ha solo creato impoverimento, disperazione in ampie fasce della popolazione italiana. Aveva cominciato Monti a cavallo dello SPREAD col già dimenticato Pareggio di Bilancio in Costituzione, operazione che non era riuscita nemmeno ai ministri di Mussolini.
Renzi eredita dalla riforma Fornero il campo sgombro da ostacoli (il dissolvimento dei Sindacati divenuti pura demagogia da concertazione), usa la crisi economica e quindi l’indebolimento della coesione sociale per sferrare colpi micidiali al lavoro , alla salute, alla scuola senza trascurare di salvare le Banche con apposite leggi di Stato, le Banche che dissipavano i risparmi dei cittadini e dei lavoratori, come la Banca Etruria, l’alcova finanziaria della famiglia Boschi (si, la famiglia del Ministro) per cui ci sono state condanne e sentenze piuttosto gravi per esponenti illustri della maggioranza che sostiene Renzi.
I mezzi di informazione sono tutti dalla sua parte ,imperversa in televisione, superando i picchi toccati dal migliore Berlusconi , che non era un dilettante in fatto di iper-esposizone mediatica. Sfruttando il doppio ruolo (Segretario del PD) ha intasato l’informazione, usandola senza freno, dichiarando e smentendo tutto ciò che si poteva smentire. Caricando il Referendum di significati diversi dalla sua sostanza, ad un certo punto avrà pure compreso che stava esagerando , perché una sconfitta potrebbe sempre accadere , meglio slegare le cose, non si sa mai.
La sua è oggi una lotta disperata e anche gli opuscoli per gli elettori all’estero sono l’ennesimo tentativo di distorcere le cose.
Ho usato poche volte il termine “democratico” perché in tutta l’apologia renziana non esiste nulla di democratico se non nel nome del suo partito. Lo scivolamento a destra della politica di Renzi pone non pochi problemi a chi credeva e crede di essere in un Partito di sinistra secondo i canonici schieramenti. In virtù di questo è quantomeno infondata la teoria del SI secondo cui è impossibile votare come vota Salvini. Questa è solo auto – assoluzione, un modo per aggirare l’ostacolo, per anestetizzare la propria coscienza di fronte ad una “prassi” consolidata propria del PD che inaugura la stagione delle alleanze con le destre a tutti i livelli istituzionali (abbiamo esempi molto vicini a noi!).
Rodotà ha spiegato in modo limpido e fondato che votare come Salvini non è diverso da come votavano PCI e MSI quando si trattava di produrre leggi che rappresentassero un avanzamento per l’Italia, a livello culturale, economico, sociale, di diritti universali. Non è uno scandalo se lo scopo è alto , mirato alla difesa della Carta Costituzionale. Il giorno dopo, con la stessa Costituzione , Salvini tornerà ad essere l’avversario politico da contrastare su tutti i temi che lo richiederanno, come sempre si è fatto.
Con Renzi è ritornato pure lo SPREAD, questo fantasma inventato per spaventare, ma il trucco non funziona due volte.
Le ragioni del No sono scritte nella Costituzione che così come è non rappresenta un ostacolo o qualcosa da trasformare a proprio piacimento, da rendere illeggibile e contorta. La Costituzione è scritta per essere linguaggio di libertà e democrazia alla portata di tutti, secondo l’intenzione di coloro che l’hanno redatta, consci del suo Valore, della sua Forza. E che non piaccia ai Potenti, per le sue qualità che nascono da sentimenti di rinascita e riscatto dopo la devastazione della Seconda Guerra Mondiale, ne rinvigorisce la funzione, più che mai.
I sondaggi dicono che Renzi ce la farà, le piazze invece dicono e gridano che Renzi deve andare a casa. Io sono propenso a credere alla voce del popolo …… “è voce ‘e Dio.”
Luca Criscuoli – “Comitato per il NO – Cittadini per il no” – Atripalda (AV)
Ho letto l’inizio dell’articolo, ma appena ho capito che si trattava della consumata retorica comunista (superata dalla storia e dalla logica) ho subito desistito. Inutile farsi del male.
Devo dire che più scrivete su facebook, più vi sforzate di fare articoli, più la gente capisce che è utile votare SI.
SI per uno straccio di futuro, Si per farvi tacere.