
Crisi dell'istruzione italiana: oltre 134mila alunni in meno nel prossimo anno scolastico 2025/2026 - Ilsabato.com
La prossima riunione tra i sindacati e il ministero dell’Istruzione, prevista per il 26 marzo, segna un momento cruciale per il futuro del comparto scolastico in Italia. Le previsioni denunciano un ulteriore calo degli studenti nel prossimo anno scolastico, con circa 134mila banchi vuoti rispetto all’anno attuale. Questi dati sollevano preoccupazioni significative non solo per la qualità dell’insegnamento, ma anche per l’organizzazione delle classi e il futuro stesso delle istituzioni scolastiche.
Il taglio degli organici e le reazioni sindacali
Negli incontri recenti con i sindacati, il ministero ha già anticipato tagli consistenti nel personale docente per il prossimo anno. Si parla di una riduzione di 5.660 unità, in linea con quanto stabilito dalla legge di bilancio. A questo si aggiungono 2.174 posti nel personale ATA . Questa decisione ha scatenato forti reazioni tra le rappresentanze sindacali, che esprimono profondo dissenso. La Gilda degli insegnanti ha messo in evidenza che i posti in questione sono fondamentali per mantenere classi con numeri gestibili, soprattutto in scuole più piccole e decentrate. La scomparsa di classi potrebbe portare a chiusure definitive di istituti già in difficoltà, un problema che si amplifica nei territori meno popolati.
Nel contesto di queste preoccupazioni, la Flc Cgil ha già organizzato scioperi in segno di protesta contro i tagli di ottobre e novembre scorsi. La segretaria generale, Gianna Fracassi, ha sottolineato l’assenza di collaboratori scolastici e la paradossalità di un ulteriore taglio in un settore già sotto stress. Questo quadro complesso di riduzioni sembra ignorare le evidenti difficoltà delle scuole nel gestire il personale attuale, rendendo sempre meno sostenibile l’attività didattica.
I numeri preoccupanti delle classi e il futuro dell’istruzione
I dati sulle classi della scuola secondaria di secondo grado appaiono allarmanti, con circa 5.909 classi che superano il limite di 28 alunni ciascuna. Questa situazione crea un carico di lavoro insostenibile per gli insegnanti e compromette la qualità dell’insegnamento, rendendo le aule affollate e difficili da gestire. La denatalità, che contribuisce al calo del numero di studenti, viene vista da alcuni sindacati come un’opportunità per riorganizzare l’istruzione, piuttosto che una punizione per le scuole. Giuseppe D’Aprile della Uil scuola ha fatto notare che l’attuazione della legge di bilancio deve essere un’opportunità per un miglioramento, non un modo per aggravare la crisi scolastica.
A complicare ulteriormente la situazione ci sono anche gli alti tassi di pensionamento tra i docenti, un fenomeno che si sta intensificando senza un adeguato ricambio generazionale. Quasi 10.293 insegnanti hanno beneficiato di un pensionamento anticipato, lasciando vuoti significativi nelle aule che non vengono anticipatamente coperti. La mancanza di turn over si traduce in una carenza di personale stabilmente presente nelle scuole, aumentando le pressioni su chi rimane in servizio.
La crescente preoccupazione per il personale ATA
Il ruolo del personale ATA è fondamentale nell’assicurare che le scuole possano operare in modo efficace. Tuttavia, l’Anief, attraverso il suo presidente Marcello Pacifico, ha espresso preoccupazione per la prevista riduzione di queste figure professionali. Secondo Pacifico, la diminuzione del personale ausiliario si presenta in una fase di maggiore richiesta di supporto nelle scuole. Egli ha dichiarato che questa decisione sembra del tutto immotivata mentre i problemi di organico diventano sempre più seri. Molti istituti scolastici si trovano in una crisi che richiede invece investimenti e supporto, piuttosto che tagli.
Parallelamente al declino degli organici, diverse realtà locali contestano il piano di dimensionamento delle scuole, scatenando ricorsi che, purtroppo, per la maggior parte non hanno avuto successo. La combinazione di tagli al personale e alle risorse potrebbe avere un impatto devastante, contribuendo alla crisi di molte istituzioni che si trovano già in difficoltà.
Anche se il Ministero ha programmato ulteriori possibili ristrutturazioni, la situazione attuale solleva domande urgenti su come l’istruzione in Italia affronterà i prossimi anni. Con una prospettiva di 134mila banchi vuoti, la necessità di rivedere le politiche scolastiche diventa sempre più impellente, per garantire che ogni studente abbia la possibilità di ricevere un’istruzione adeguata e di qualità.