Djokovic lancia la sfida legale contro le Federazioni di tennis, coinvolgendo Jannik Sinner - Ilsabato.com
Un’azione legale da parte di Novak Djokovic e della Professional Tennis Players Association segna una nuova e controversa fase nel mondo del tennis. L’iniziativa ha come obiettivo le Federazioni che governano questo sport, riaccendendo le polemiche sul doping e sul trattamento riservato ad alcuni giocatori, in particolare il giovane tennista italiano Jannik Sinner. Con un documento di ben 163 pagine, Djokovic ha presentato una serie di gravi accuse, sottolineando le irregolarità percepite nel sistema.
Nel documento redatto dalla PTPA, Djokovic accusa le federazioni ATP, WTA, ITF e ITIA di varie colpe, che spaziano da collusioni politiche finalizzate a limitare i montepremi a violazioni della privacy nei controlli antidoping. È un attacco frontale alla governance del tennis, con il direttore esecutivo Ahmad Nassar che esprime in modo incisivo: “Il tennis è rotto. I giocatori sono intrappolati in un sistema ingiusto che sfrutta il loro talento, sopprime i loro guadagni e mette a repentaglio la loro salute.”
Nell’analisi delle accuse, emergono tante problematiche: un calendario di tornei che i giocatori considerano eccessivo e un sistema di ranking che viene definito troppo rigoroso. La PTPA, nel tentativo di riformare il sistema, dichiara di aver esaurito tutte le opzioni attraverso il dialogo, senza alcun risultato concreto. Le accuse non si limitano a un malcontento generico, ma si basano su esperienze e testimonianze raccolte nel corso degli anni, creando un clima di tensione tra i vari attori coinvolti.
All’interno della controversia emerge il caso di Jannik Sinner, il quale ha destato particolare attenzione. Djokovic e i suoi sostenitori sostengono che Sinner abbia ricevuto un trattamento privilegiato durante le indagini relative a un episodio di doping. Secondo quanto riporta il documento, Sinner è risultato positivo a uno steroide anabolizzante all’inizio della stagione, ma è stato trattato in modo diverso rispetto ad altri giocatori.
L’ITIA, dopo aver accettato la spiegazione fornita da Sinner riguardo a un’applicazione accidentale di una sostanza vietata da parte del suo fisioterapista, avrebbe concluso che non vi era colpa da parte del tennista. Tale decisione ha permesso a Sinner di partecipare e vincere gli US Open 2024, un esito che ha sollevato interrogativi tra i colleghi e ulteriori accuse di imparzialità nella gestione dei casi di doping.
Nel documento, Djokovic critica apertamente la gestione dell’ITIA, descrivendo il suo processo come arbitrario e selettivo. Nonostante la gravità delle accuse, Sinner è riuscito a passare indenne attraverso la tempesta, un fattore che ha alimentato le tensioni tra i giocatori. La situazione è delicata, considerando che la reputazione e la carriera degli atleti sono in gioco.
La reazione delle autorità del tennis non si è fatta attendere. L’ATP ha emesso un comunicato rigoroso, nel quale rivendica i progressi ottenuti negli ultimi decenni in termini di governance e rappresentanza dei giocatori. La Federazione sottolinea che ha garantito un’equa distribuzione dei premi e un crescente supporto ai tennisti.
Secondo l’ATP, le accuse di disinformazione da parte della PTPA sono infondate. L’organizzazione evidenzia come, da quando è stato fondato il tour nel 1990, ha lavorato incessantemente per promuovere un ambiente favorevole a tutti i partecipanti. I cambiamenti implementati, come l’aumento dei premi e le revisioni monetarie, sono stati adottati con l’accordo dei giocatori stessi, che hanno sempre avuto voce in capitolo nelle decisioni.
L’ATP nega decisamente le affermazioni mosse dalla PTPA, dichiarando di essere pronta a difendere la propria posizione di fronte a qualsiasi azione legale. Con oltre tre decenni di esperienza alle spalle, la federazione ritiene che il suo modello di governance sia solido e sia l’unica via per garantire lo sviluppo del tennis e la sicurezza economica degli atleti.
Strutturalmente, la governance del tennis è in discussione e la tensione tra i giocatori e le federazioni è palpabile. La continuazione di questo scontro legale avrà ripercussioni sul futuro del tennis professionistico, aprendo un’importante riflessione sull’equità e la giustizia nel trattamento degli atleti, molti dei quali si trovano a vivere in un sistema che alcuni definiscono opprimente. La battaglia tra Djokovic e le federazioni sembra destinata a proseguire, con possibili effetti significativi sia sul circuito maschile che su quello femminile.