Lettera aperta del parroco di Sant’Ippolisto: «Stiamo sperimentando attraverso i social un nuovo modo di essere ‘comunità’. Ora il bene primario è salvaguardare la salute di tutti, soprattutto dei più deboli”»
Ciao,
sono giorni che scrivo e cancello e poi riscrivo. Ti raggiungo, come posso, grazie a tanti mezzi, per chiederti: “Come stai?”. Sono giorni oramai che non ci vediamo. Chissà per quanto ancora non potremo vederci, abbracciarci, stringerci la mano e baciarci. Soffro terribilmente per tutto questo. Vivo di abbracci e mi piace stringere sempre la mano delle persone che incontro, mi rallegro nel salutare tutti con un sorriso. Per me è difficile rinunciare a tutto questo. Riesco a consolarmi solo pensando che passerà.
Probabilmente dovremmo riorganizzarci anche nei saluti, dovremmo stare più attenti nei contatti, ma questa situazione di emergenza che ci tiene lontani gli uni dagli altri, che non ci permette di incrociare sguardi e volti a cui sorridere, finirà. Torneremo di nuovo a passeggiare insieme, ci incontreremo ancora in piazza o sul marciapiedi. Spalancheremo di nuovo le porte delle nostre chiese. Mangeremo ancora nelle pizzerie e nei ristoranti, sederemo ai tavolini dei bar e dei circoli. Vivremo di nuovo come un paio di mesi fa. So che in questo momento stiamo soffrendo e voglio esprimere vicinanza spirituale alle categorie di persone che sono impegnate giorno e notte, rischiando in prima persona di essere contagiate: ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari negli ospedali, nelle cliniche; alle forze dell’ordine, tutte; ai volontari e agli operatori della Protezione Civile e della Misericordia che cercano di essere di aiuto alle famiglie e alle persone in difficoltà; ai farmacisti e ai numerosi lavoratori di supermercati, alimentari, e a tutti coloro che devono garantire un servizio necessario. Una preghiera e un abbraccio per voi e tutti coloro che sono in ansia per voi. Un pensiero e una preghiera anche per coloro che ci governano, in ogni ordine e grado, perché veicolino sempre la situazione verso la soluzione più giusta per la salute e la salvaguardia di tutti.
In questo tempo di emergenza, stiamo sperimentando un nuovo modo di essere comunità. Riuscire a spezzare il Pane e la Parola, ogni giorno a porte chiuse e senza la possibilità di guardare negli occhi le persone alle quali ti rivolgi, è difficile. Abituarsi non è semplice. Occorrerà del tempo per poter discernere il vero senso di questa esperienza, ma ora riesco a vivere tutto questo con serenità, consapevole che adesso più che mai, ogni volta che celebriamo, possiamo pensarci proiettati nella dimensione dello Spirito. È una dimensione che riusciamo a percepire con fatica, forse perché, troppo legati alla materialità della presenza fisica, non ci accorgiamo della potenza e della forza che lo Spirito ci dona. Pensare che stiamo vivendo Celebrazioni Eucaristiche e momenti di preghiera meno efficaci perché non siamo uniti fisicamente nello stesso luogo, ci porterà alla disperazione e senza la speranza non potremmo più dirci cristiani. Chi non percepisce l’efficacia dello Spirito nella propria vita non è cristiano. È lo Spirito che abbiamo ricevuto a renderci figli e ci porta ad adorare Dio non su un monte o in un tempio, ma in “spirito e verità”.
Allora se da un lato questo “digiuno” dal popolo sta aiutando me a sentirmi più vicino a Dio, più consapevole della missione a cui mi ha chiamato, e a sperimentare una vicinanza che supera i limiti di spazio e tempo, dall’altro il digiuno sacramentale dall’eucaristia a cui si è costretti da giorni non va semplicisticamente ridotto ad una punizione divina o un’opera diabolica, ma considerato adesso la risposta più giusta ad uno stato di emergenza in cui il bene primario è salvaguardare la salute di tutti, soprattutto dei più deboli.
Vorrei pertanto rivolgere a tutti il caloroso appello ad essere responsabili. Qualche giorno fa, con un video messaggio, mi sono rivolto ai giovani, adesso con più forza, mi rivolgo a tutti: RESTATE A CASA! Uscite solo per necessità. Solo così possiamo sconfiggere questo terribile virus. Bisogna evitare che il contagio aumenti, dobbiamo RISPETTARE LE REGOLE.
In questi giorni di prova, tutti stiamo sperimentando l’utilità dei social per mantenerci in contatto. È stato un bene non averli totalmente demonizzati! Grazie alle numerose piattaforme on-line le Associazioni, i Movimenti, i Gruppi e le Catechiste della nostra Comunità si stanno interfacciando con Ragazzi, Giovani e Adulti per continuare e garantire momenti di formazione. Grazie a tutti e a ciascuno. Questo è il momento di avere fede, con serenità e senza ansia, è il momento di tornare a ciò che è Essenziale nella nostra vita. Da questo grave momento di crisi verranno fuori innumerevoli energie d’amore, che forse prima erano nascoste e oggi tornano a mostrarsi libere.
Quando tutto sarà finito e torneremo alla vita di sempre, questo amore resterà e cambierà il mondo.
Vi abbraccio spiritualmente e vi benedico tutti, uno ad uno.
Il Tuo parroco, don Fabio