«E’ da pazzi non mettere Abellinum al centro della rinascita culturale di Atripalda»


Nota di Sinistra Italiana sul tema dell’ultimo confronto pubblico sul parco archeologico

Gli incontri organizzati dalla ProLoco e dal settimanale “il Sabato” colmano un vuoto nella comunicazione tra cittadini ed istituzioni che è operazione assai benefica soprattutto in un periodo di crisi di credibilità della politica.

L’ultimo incontro avente argomento il futuro del parco archeologico ha fornito molti spunti di riflessione pur non avendo lasciato molto spazio agli interventi del pubblico che avrebbero sicuramente arricchito la discussione su un argomento tanto sentito dalla città e reso ancora più positiva la riuscita dell’iniziativa.

Ormai, da quando abbiamo memoria, allorché ci si confronta sul parco archeologico e più in generale sui beni culturali storici e ambientali della nostra città il copione è sempre lo stesso.

La #Soprintendenza che magnifica i propri studi, la politica che lamenta l’assenza di soldi e i cittadini che reclamano coinvolgimento.

MAI, sottolineiamo MAI, questi tre mondi sono riusciti ad interagire in modo serio, vale a dire tale da poter mutare il destino dei beni monumentali e del parco archeologico in particolare.

Nell’immobilità di fatto che ne è derivata, il parco è stato sempre sottratto ad un uso pubblico serio, continuo ed organizzato. 
Anche quando non era chiuso durante il contenzioso al TAR, su cui peraltro, non si è mai fatta chiarezza pubblica.

Qui da noi la Soprintendenza, che pure svolge un compito nobile nella difesa dei beni culturali, a nostro parere, non fa altrettanto nella loro valorizzazione.

Valorizzare significa coinvolgere, aprire alla fruizione, all’uso della collettività.

Le campagne di scavo, le scoperte non vanno solo mostrate in diapositiva e non servono ad arricchire i curriculum di chi le fa, ma servono a far crescere il livello culturale della collettività cui appartengono.

E la crescita culturale è possibile solo se l’area archeologica si integra con il tessuto cittadino e ne entra a far parte integrante diventando incubatore permanente delle sue iniziative culturali.

E’ da PAZZI avere la FORTUNA di una tale ricchezza e non metterla al centro della rinascita culturale della nostra città.

Si sconta una diffidenza reciproca tra le istituzioni che impedisce di fare sistema, superando le resistenze imposte dalle rispettive rigidezze burocratiche e le difficoltà economiche e facendo tesoro del generoso volontariato dei cittadini, che ad Atripalda è validamente promosso, da sempre, dalla ProLoco.

Eppure non è dovunque così. 
In altre realtà della nostra Nazione chi gestisce monumenti e i parchi archeologici (naturalmente in dipendenza del Ministero dei beni culturali) si inventa di tutto pur di attirare partecipazione ed iniziative culturali.

E non c’entrano le dimensioni e l’importanza. E questione di volontà e di sensibilità nuova.

A un’ora di macchina da qua, siamo ancora in Campania, a Paestum, neanche a dire nel virtuoso centro o nord Italia.

Eppure, da una notizia pubblicata su Repubblica, abbiamo appreso che nei giorni scorsi l’area archeologica ha ospitato, a pagamento, un concerto per pianoforte e violoncello in cui al pianoforte si esibiva… il direttore del parco archeologico.

Vabbé che è un tedesco, ma sono davvero cose dell’altro mondo? Forse no.

Sinistra Italiana Atripalda



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