
Educazione all'affettività: l'incontro di Roma per combattere la violenza di genere - Ilsabato.com
Le recenti iniziative volte a rafforzare l’educazione all’affettività nelle scuole si fanno sempre più urgenti, soprattutto in un contesto sociale che non smette di fare i conti con la violenza di genere. Mariastella Giorlandino ha promosso un incontro all’università Guglielmo Marconi di Roma, volto a sensibilizzare e combattere fenomeni come il femminicidio, lo stalking e altre forme di violenza. Questo evento, organizzato dalla Fondazione Artemisia e Vite Senza Paure Onlus, si è tenuto alla vigilia della Festa del papà, sottolineando la necessità di ripensare i rapporti tra maschile e femminile, in un’ottica di rispetto e educazione affettiva.
La necessità di un intervento educativo
Durante l’incontro, Giorlandino ha evidenziato l’importanza di agire rapidamente contro fenomeni come il bullismo e lo stalking, condividendo l’impegno della Fondazione Artemisia che, da oltre quarant’anni, si occupa di questi temi. Le parole di Giorlandino richiamano l’attenzione sulla questione del possesso, un atteggiamento presente sia in ambito maschile che femminile, che emerge da un vuoto affettivo e che può portare a conseguenze devastanti. L’educazione all’affettività diventa quindi un punto cruciale, in grado di dotare i giovani di strumenti per costruire relazioni più sane e equilibrate.
La collaborazione con il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, si propone di sviluppare programmi educativi specifici da integrare nei curricula scolastici. Questi programmi intendono affermare che la vera forza si trova dentro di noi, contrastando l’errata concezione secondo cui possedere l’altro significhi avere potere. Le parole di Giorlandino, cariche di esperienza personale, invitano a riflettere su un cambiamento culturale indispensabile per le nuove generazioni.
Storie che colpiscono e riflessioni urgenti
L’incontro ha visto la partecipazione di figure significative del mondo della cultura e dello spettacolo, sottolineando l’importanza di affrontare tali tematiche in modo collettivo e integrato. Fra le testimonianze più toccanti, quella di Daniela Bertoneri, madre di Michelle Caruso, una giovane di 16 anni vittima di un atto di violenza da parte di un coetaneo. La sua narrazione ha messo in evidenza le fratture esistenti in una generazione spesso caratterizzata da rabbia e comportamenti estremi.
Il dramma vissuto da Bertoneri non è un caso isolato, ma un esempio di una problematica più ampia che coinvolge l’intera società. Spesso si trascura l’importanza di educare i giovani a relazioni equilibrate e non violente, un aspetto che dovrebbe far parte dell’educazione quotidiana, sia in famiglia che nelle istituzioni scolastiche. Gli interventi hanno quindi sottolineato la necessità di costruire un ambiente di rispetto, dove l’empatia e la legalità possano guidare i ragazzi verso una maturazione affettiva sana.
L’importanza della collaborazione tra diversi ambiti
L’evento ha visto il contributo di esperti come il magistrato Fernanda Fraioli e la psicologa Francesca Malatacca, i quali hanno esaminato la questione da punti di vista culturali e legali, completando il discorso educativo con una cornice di responsabilità e consapevolezza sociale. Giovanni Carnovale ha invece presentato dati sui rapporti lavorativi tra uomini e donne, sottolineando la persistenza di stereotipi che influenzano le dinamiche quotidiane.
L’esperienza di Giorlandino nel promuovere un dibattito attivo è emblematica di un impegno comune che deve coinvolgere l’intera comunità, da genitori e insegnanti a professionisti e giovani stessi. Abolire il senso di possesso e promuovere una cultura di rispetto e libertà affettiva è essenziale per garantire il benessere delle future generazioni. L’educazione, in questo contesto, si configura come un faro in grado di orientare il cammino verso una società più giusta e consapevole.