Il candidato alla carica di primo cittadino per la lista “ScegliAmo Atripalda” affonda: «Negli ultimi cinque anni c’è stata solo improvvisazione»
«Il sindaco uscente la smetta di raccontarci storielline. Sappiamo bene che vuol fare carriera politica e lui sa perfettamente che una rielezione lo potrebbe mettere in una posizione di vantaggio nel suo nuovo partito. Non c’è niente di male, sia chiaro. Ma ci racconti la verità». Giuseppe Spagnuolo, candidato alla carica di sindaco per la lista “ScegliAmo Atripalda”, conclude con questo “pensierino” rivolto allo sfidante Paolo Spagnuolo, l’incontro della lista da lui rappresentata con i cittadini nell’ex aula consiliare di Atripalda.
Candidati in prima fila. Cittadini, sostenitori, amici, invece, assiepano la sala e tanti sono costretti a restare in piedi. Dietro al tavolo, oltre il candidato sindaco, ci sono tre candidati: Massimiliano Del Mauro, Giuliana De Vinco e Antonio Troisi. «Il nostro progetto di governo – spiega Spagnuolo – ha intenzione di invertire decisamente la rotta in città. Atripalda non può permettersi più l’improvvisazione, cosa che è invece accaduta negli ultimi cinque anni. Per questo motivo, abbiamo messo in campo una squadra che coniuga all’entusiasmo, undici nuovi candidati, l’esperienza. Ma anche gli undici nuovi tutti voi li conoscete, perché si sono già impegnati comunque per la città. Con loro non dovete fare nessuno sforzo per riconoscerli, non come succede nelle altre liste, perché in tanti sono ai più sconosciuti».
«Mi sarei fatto volentieri una scazzottata con Salvatore Antonacci». Esordisce così Massimiliano Del Mauro, con un largo sorriso sui denti, raccogliendo applausi a scena aperta. Del Mauro si riferisce alle “voci” delle ultime ore: «I nostri avversari non hanno niente di meglio da fare, non hanno progetti. Quindi vanno in giro a seminare dicerie. Bene, lo dico senza nessun timore di essere smentito. Non c’è nessuna divisione al nostro interno, siamo uniti e coesi. Qualche problema – prosegue Del Mauro – ce l’ha Paolo Spagnuolo che ora, per giustificare cinque anni di fallimenti, dice che la colpa non è sua. E’ una cosa assurda, questa persona non può addebitare niente a nessuno. L’unico responsabile di questo quinquennio è lui, anche perché ha fatto tabula rasa, ha cacciato tutti fuori, dal comandante dei vigili urbani ad altri funzionari».
Alfredo Picariello