Maggioranza non compatta sul capogruppo: i demitiani orientati a scegliere… il sindaco di Serino. Minoranza a ranghi sciolti: Spagnuolo e Mazzariello hanno sottoscritto la lista della Lega
Bisognerà attendere giovedì per sapere se Atripalda tornerà ad avere un proprio rappresentante nel Consiglio provinciale di Avellino. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’ex vicesindaco Luigi Tuccia, decaduto dalla carica nel giugno 2017 dopo la fuoriuscita dal Consiglio comunale, prerogativa necessaria per uno scranno a palazzo Caracciolo. Nel biennio precedente erano stati addirittura due i consiglieri provinciali atripaldesi perché oltre a Luigi Tuccia c’era anche Vincenzo Moschella, eletto nel 2014 e, a differenza dell’ex vicesindaco, non rieletto nel 2016 per una manciata di voti. Una doppietta seguita di qualche anno a quella ancor più scoppiettante formata da Aldo Laurenzano e Enzo Aquino quando al Consiglio provinciale si arrivava con l’elezione diretta da parte dei cittadini e non come ora circoscritta ai circa 1.400 sindaci e consiglieri comunali irpini.
L’elezione è prevista domani, mercoledì 31 ottobre, dalle ore 8:00 alle 20:00, a palazzo Caracciolo mentre lo scrutinio comincerà il giorno successivo, giovedì 1 novembre, ognissanti, alle ore 9:00. E se Salvatore Antonacci, l’unico candidato atripaldese sui sessanta in corsa, riuscirà a sedersi su uno dei dodici scranni disponibili sarà noto solo nel primo pomeriggio. Ciò che già può dirsi è che non sarà affatto facile, soprattutto se il capogruppo di maggioranza, come sembrerebbe confermato, non avrà il voto di tutti i suoi compagni di gruppo. Sarà già tanto, infatti, se il Partito democratico, nella cui lista è inserito Antonacci, riuscirà a far eleggere quattro consiglieri, fra i quali, considerata la presenza di alcuni grossi calibri sponsorizzati dai big del partito, come Santoro, Lengua e Repole, il capogruppo di maggioranza rischia seriamente di non esserci, con tutte le conseguenze del caso sia per la città che sarà privata di un fondamentale punto di riferimento politico-amministrativo, sia per la tenuta della maggioranza che il giorno dopo perderebbe nei fatti il proprio capogruppo consiliare, sfiduciato da una parte dei suoi compagni, in primis quelli del gruppo demitiano, che per seguire gli ordini di scuderia non hanno esitato ad esporre l’amministrazione ad una crisi politica. A differenza di qualche giorno fa, infatti, sembra che ormai siano solo il sindaco Spagnuolo, l’assessore Musto e la consigliera Gambale orientati a non votare Antonacci, ma il sindaco di Serino, il demitiano Vito Pelosi. Ma ormai ci siamo e non resta che attendere ancora poche ore per sapere come andrà.
Ma se nella maggioranza regnano la confusione e l’incertezza, nella minoranza è in atto una sorta di “rompete le righe”. Il gruppo che fa capo a Paolo Spagnuolo e che fino a pochi mesi fa si riconosceva interamente nel Partito democratico, dopo aver sostanzialmente lasciato la sede del gruppo, diventata da alcune settimane un circolo ricreativo per pensionati, oggi appare politicamente frammentata. A quanto pare l’unica dei cinque consiglieri comunali di minoranza che voterà il Pd (ma non Antonacci) dovrebbe essere Fabiola Scioscia mentre tutti gli altri dovrebbero optare per una delle altre quattro liste, non necessariamente a sostegno del candidato alla presidenza del centrosinistra Michele Vignola, ma più verosimilmente a sostegno del candidato del centrodestra Domenico Biancardi. Paolo Spagnuolo e Franco Mazzariello, infatti, pur non avendo ancora aderito ufficialmente, risulterebbero fra i sottoscrittori della lista “Lega/Movimento Nazionale per la Sovranità (MNS) – Prima gli Irpini” di chiara ispirazione leghista, Domenico Landi, invece, viene accostato al commercialista arianese Francesco Lo Conte, schierato nella lista “Moderati per l’Irpinia” costruita intorno ai candidati di Forza Italia mentre non si conosce l’orientamento di Maria Picariello.
Con questa minoranza Geppino Spagnuolo ha vita lunga. Dopo questi nuovi cambi di casacca, Paolo Spagnuolo e Landi hanno fatto il giro completo dell\’arco costituzionale. Coerenza questa sconosciuta.