Elezioni regionali, la mappa dei posizionamenti: tensioni in maggioranza e sindaco sotto accusa


Il primo cittadino e quasi tutta la giunta sostengono il vicesindaco Nazzaro mentre il PD voterà per l’uscente Petracca, ex candidato dei Popolari. L’opposizione si divide fra Petitto, Alaia e forse D’Amelio. Tuccia trasversale

Alcuni candidati hanno già dato un’idea del proprio potenziale elettorale (Nazzaro, Tuccia e Petracca, con l’inaugurazione dei rispettivi comitati elettorali), altri stanno per farlo, altri lo faranno probabilmente più avanti, ma ciò che appare già abbastanza chiaro è la mappa dei posizionamenti. E, contrariamente a ciò che si potrebbe immaginare, maggioranza e opposizione consiliare stanno praticamente dalla… stessa parte. Tranne il consigliere Vincenzo Moschella, che per ragioni di salute si tiene lontano dalla politica attiva, tutti gli altri voteranno certamente per un candidato collegato al governatore uscente Vincenzo De Luca, anche l’assessore Massimiliano Del Mauro, che seppure politicamente legato a Forza Italia, è amico fraterno del vicesindaco Anna Nazzaro, candidata con i Popolari. Ma proviamo a capire meglio come si muovono partiti e persone.

Intanto, un primo dato su tutti è che né la maggioranza e né la minoranza faranno quadrato intorno al rispettivo candidato di riferimento. La maggioranza, per esempio, si divide fra Anna Nazzaro (Popolari) e Maurizio Petracca (PD) mentre la minoranza fra Livio Petitto (Animalisti), Enzo Alaia (Italia Viva) e Rosetta D’Amelio (PD).

Il vicesindaco Anna Nazzaro, infatti, è sostenuta dal sindaco Giuseppe Spagnuolo, da quasi tutta la giunta comunale (tranne Palladino) e da almeno due consiglieri comunali (Gambale e De Vinco), cioè da una larga parte della maggioranza che, a differenza di due anni fa, sembra più compatta sulla figura del vicesindaco di quanto non lo fosse allora sulla figura del capogruppo consiliare Salvatore Antonacci, candidato alla Provincia con il PD, costretto poi a dimettersi dal ruolo quando registrò miseramente che solo tre colleghi su undici lo votarono. Una mortificazione da cui Antonacci non si è mai ripreso, tant’é che da allora, abbandonato l’imbarazzante ruolo di capogruppo (affidato dopo parecchie resistenze all’assessore Del Mauro, contravvenendo alla regola non scritta che vuole il ruolo gestionale dell’assessore nettamente distinto dal ruolo politico del capogruppo), si è isolato dalla maggioranza preferendo conservare il rapporto diretto esclusivamente col sindaco (e col capogruppo). Un precedente, questo, che in questi giorni sta riecheggiando “pericolosamente”, quasi a prefigurare una resa dei conti appena dopo le regionali, se non addirittura prima, a giudicare dagli appellativi di “presentatore” e “moderatore” che la componente di sinistra della maggioranza ha già affibbiato al sindaco Giuseppe Spagnuolo, criticato per aver sostenuto un po’ troppo platealmente il suo vice nelle prime due uscite cittadine, mentre il suo ruolo super partes avrebbe dovuto suggerirgli evidentemente un comportamento meno partigiano. Insomma, sembra proprio che quello delle elezioni regionali possa rappresentare un altro rischioso inciampo dalle conseguenze tutte da registrare, non escludendo addirittura una richiesta di riequilibrio politico in giunta da parte del PD, soprattutto se pensiamo che, sei mesi fa, prima dell’emergenza sanitaria, un’intervista al “Mattino” nella quale Anna Nazzaro semplicemente non escludeva l’ipotesi di una candidatura alle regionali provocò diverse settimane di tensioni nella maggioranza, al punto che i consiglieri Palladino (in predicato, allora, di poter spuntare una candidatura col PD, poi svanita) e Pesca disertarono volutamente una seduta di Consiglio comunale per lanciare un chiaro messaggio di disapprovazione. In ogni caso, oltre a buona parte dei consiglieri, intorno alla candidatura di Anna Nazzaro con i Popolari oggi si sono apertamente ritrovati Gerardo Capaldo, Andrea De Vinco, Antonio Acerra e Tony Troisi, solo per fare qualche nome.

Intorno a Maurizio Petracca, invece, cioè il candidato dell’altra gamba della maggioranza, paradossalmente conosciuto ad Atripalda per essere stato fino a un anno fa il riferimento politico dei Popolari e al quale si deve (così si dice) lo sblocco dei finanziamenti per Giullarte, i contributi economici per le feste patronali (ma non ancora, purtroppo, il finanziamento per la soppressione del passaggio a livello di via Appia, su cui tanto si era sperato) ci sono i consiglieri iscritti al PD, e cioè Palladino, Pesca e Antonacci, insieme ad alcuni dei principali riferimenti “istituzionali” della città come l’ex assessore Gianni Solimene, oggi direttore del CFS, Lello Labate, presidente della Pro Loco, e Carmine Pesca, coordinatore negli ultimi anni del Comitato festa San Sabino. Insomma, due candidature pesanti che, inevitabilmente, daranno vita ad una conta interna alla maggioranza e che, soprattutto per il coinvolgimento diretto del vicesindaco, potrebbero essere interpretate anche come un test elettorale in chiave comunale, con tutte le conseguenze del caso: fra un anno e mezzo Atripalda andrà di nuovo al voto per eleggere il sindaco e Giuseppe Spagnuolo dà l’impressione di essere tutt’altro che intenzionato a ripresentarsi, alimentando le speranze di quanti ambiscono alla sua successione.

Un punto di contatto, invece, fra maggioranza e minoranza potrebbe essere rappresentato da Pasquale Penza, ovvero uno dei principali sostenitori dell’attuale maggioranza, che alle regionali, appoggiando Enzo Alaia (Italia Viva), dovrebbe ritrovarsi sulle stesse posizioni della consigliera Maria Picariello. Mentre la consigliera Fabiola Scioscia dovrebbe, invece, sostenendo la candidatura di Rosetta D’Amelio nel PD.

Nessun dubbio, invece, per Paolo Spagnuolo, Mimmo Landi e Franco Mazzariello (che qualcuno, per la verità, continua a dare anche vicino alla D’Amelio) nel sostenere la candidatura di Livio Petitto (Animalisti) anche fuori dal PD, così come fuori dal PD si è rivisto tra i Verdi l’ex vicesindaco Luigi Tuccia, rientrato dopo tre anni di lontananza dalla vita politica e amministrativa cittadina oltreché ad affermare le proprie idee politiche, evidentemente anche per provare a recuperare parte di quel consenso che per anni ne ha fatto uno dei candidati più votati ad Atripalda, sostenuto oggi piuttosto trasversalmente.

Accreditato di un notevole consenso, soprattutto per via delle diverse campagne di prevenzione antitumorali e fra le famiglie dei numerosi pazienti atripaldesi, il medico Carlo Iannace, candidato nella lista De Luca presidente.

Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, infine, ovvero i partiti riconducibili ad Atripalda, in questo momento o nel recente passato, ad esponenti come Antonio Prezioso, Attilio Strumolo e Errico Venezia, ancora non hanno organizzato iniziative o eventi a sostegno dei rispettivi candidati di riferimento.

Questo è il quadro che ci appare, più o meno nitidamente, che siamo pronti a ridipingere in qualunque momento ospitando rettifiche o integrazioni.



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