Emporio solidale, stilata la lista dei beneficiari


Circa 200 nuclei familiari potranno presto usufruire dei beni e servizi previsti dal progetto

A piccoli passi si sta delineando definitivamente l’ossatura del nascituro E.Co.Re. (Emporio comunità resiliente). I diversi attori coinvolti hanno messo plausibilmente la parola fine alla definizione della platea dei beneficiari che potranno usufruire dei beni e servizi previsti dal progetto. A partecipare all’ultima riunione allargata i Servizi sociali guidati dall’assessore Nancy Palladino, la Don Tonino Bello, l’Arci Avellino, la Fondazione S. Maria della Purità, la comunità Emmaus, oltre agli attuali operatori che distribuiscono i pacchi alimentari, ovvero la Misericordia e la Confraternita S. Monica. 

Il database che verrà gestito dal Comune pare si sia assestato su 200 gruppi, tra famiglie e monocomponenti, quindi circa 5-600 persone fisiche. Archiviata la disponibilità di beni per i minori – abiti, giocattoli, materiale scolastico -, il lavoro più ingente rimane quello dell’approvvigionamento dei beni alimentari. Continua l’opera di collegamento con il Banco Alimentare nazionale – con cui hanno già operato Misericordia, Confraternita e la stessa Don Tonino Bello – proprio per garantire la continuità del servizio, insieme con le donazioni di grandi catene commerciali e di privati cittadini. 

Complice, però, l’emergenza Covid, i tempi per l’inaugurazione dei locali e le attività rivolte ai bisognosi nell’ex convento di via Cammarota sono ancora incerti. 

I lavori di sistemazione e tinteggiatura sono terminati lo scorso mese di giugno. L’ambiente è stato immaginato per mettere in pratica dei “servizi sociali innovativi” rivolti alle fasce più deboli della popolazione, quali l’emporio della solidarietà; uno spazio per supporto a minori con difficoltà di apprendimento provenienti da contesti familiari con multi-problematicità; un mercatino del baratto e dell’usato per la raccolta e distribuzione di oggetti e vestiti; corsi di apprendimento di lingue e laboratori professionalizzanti; spazi aggregativi di cittadinanza attiva e partecipativa. 

L’intervento a sostegno dell’avviamento del progetto è stato finanziato dal Comune per un importo di 5mila euro, in attesa dello sblocco del finanziamento richiesto e ottenuto dalla Don Tonino Bello alla Regione Campania di circa 20mila euro. L’ingresso, posto su Vico Monache, prevede due punti di accesso: al civico 3, c’è l’ingresso pedonale vero e proprio, dove è previsto un punto di accoglienza al quale ci si potrà registrare tramite una sorta di social card utile per poter usufruire dei beni e servizi; al civico 5, al termine della strada, sarà adibito un punto di carico e scarico merci utile anche per l’accesso dei diversamente abili, che grazie alla rampe realizzate nel bellissimo giardino interno potranno così accedere ai locali dell’emporio dalla parte superiore. I locali a disposizione del progetto sono cinque: l’emporio (di ca. 45 mq), una cucina, un ufficio, un locale attiguo che inizialmente verrà adibito per lo scambio di abiti per bambini fino a 3 anni, e una piccola sala riunioni. 

Il protocollo di intesa, stipulato lo scorso 16 gennaio dal Sindaco Giuseppe Spagnuolo e che avrà una durata di 6 anni eventualmente rinnovabile, vede la partecipazione oltre al Comune di Atripalda, della Fondazione S. Maria della Purità, l’associazione di volontariato Don Tonino Bello Onlus e il comitato provinciale Arci Avellino. La Fondazione, proprietaria dei locali, metterà a disposizione gli spazi per lo svolgimento delle attività/servizi previste dal protocollo garantendo per i primi sei mesi il pagamento di tutte le utenze. Successivamente, queste saranno a carico degli altri partner. La Don Tonino Bello, dal canto suo, metterà a disposizione, a scopo gratuito, le figure professionali, i volontari e il gruppo progettazione per la realizzazione delle attività previste dell’emporio e dei servizi ad esso connesse oltre alle figure professionali per l’avviamento delle attività e la gestione; L’Arci Avellino invece si occuperà delle attività di promozione, informazione e sensibilizzazione. Il Comune di Atripalda – oltre al già citato finanziamento di inizio attività – dovrà garantire l’impegno dei componenti dell’Ufficio Servizi sociali per la presa in carico degli utenti, il monitoraggio del progetto e il supporto alla individuazione dei partner privati. 

Marco Monetta



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