La notizia di copertina parla da sola: sono stati spesi 54mila euro per bonificare e mettere in sicurezza l’ex scuola di San Pasquale, ma si sono dimenticati di… cambiare la serratura del cancello e di togliere le chiavi a chi le aveva senza titolo. Non è questo il modo di preservare il patrimonio comunale, non è questo il modo di spendere i soldi dei cittadini. L’impressione, purtroppo, è che a nessuno importi davvero qualcosa di questa città, dove ormai ognuno recita la propria parte senza imbarazzo e senza gloria.
Don Fabio ha ragione, Atripalda è divisa, ma non certo perché si fanno tanti falò. La città da tempo, purtroppo, è lacerata nel suo tessuto sociale, politico ed economico. Verrebbe da dire anche religioso. Strano che don Fabio usi la metafora dei falò per denunciarlo. Forse nelle sue parole c’è del non detto, ma se l’intento era quello di esortare tutti ad una maggiore coesione, ha fatto bene, raccogliamo e rilanciamo volentieri il suo invito.
Dal Comune, però, continuano ad arrivare segnali negativi. Il sindaco Spagnuolo aveva promesso maggiore apertura verso la città e maggiore coinvolgimento sulle questioni amministrative, mentre prendiamo atto che la Commissione pari opportunità appena istituita, che avrebbe potuto rappresentare l’occasione per arricchire l’Amministrazione del contributo di quattro donne della società civile, non è stata sfruttata adeguatamente: con tutto il rispetto per le consigliere nominate, ma quale potrà essere il loro contributo oltre quello che già possono offrire in Consiglio comunale? Fatti e parole spesso non vanno d’accordo, e così è stato anche stavolta.