Fermati due clandestini in possesso di hashish


Blitz dei carabinieri presso il centro di accoglienza di contrada Orto dei Preti

Un centro di accoglienza si trova nei pressi di palazzo Caracciolo (foto di Antonio Cucciniello)

Durante un controllo, i carabinieri hanno sorpreso cinque uomini intenti a fumare hashish in uno dei centri di accoglienza presenti in città. In una delle stanza dormitorio, infatti, gli uomini in divisa hanno scoperto cinque uomini intenti a fumare, e tra i presenti anche due provenienti dalla Sicilia, che proprio ad Atripalda non ci dovevano stare, anzi.

Due personaggi già noti alle forze dell’ordine poichè sorpresi a spacciare e trafficare droga un po’ in tutto Italia, da Milano a Genova, da Napoli a Roma. Insomma due “esperti” di stupefacenti, seduti a chiacchierare e fumare in compagnia, tra cui anche un altro già sorpreso sempre dai carabinieri a spacciare sia a Napoli che nel capoluogo irpino. Sembrerebbe, quindi, che il cugino “atripaldese” abbia esteso l’invito agli amici siculi, probabilmente anche per discutere su come piazzare un po’ di droga nella città del Sabato. E soprattutto questa ipotesi ha spinto gli uomini dell’Arma ad avvertire le autorità e chiedere l’immediato allontanamento dei due clandestini, senza permesso di soggiorno e spacciatori, e inoltre di chiedere il provvedimento di allontanamento anche per il profugo che aveva dato accoglienza agli amici provenienti dalla Sicilia.

Questo caso di cronaca mette ancora di più in risalto la difficoltà di trovare un compromesso tra chi ha bisogno della struttura per tutelare i diritti di difesa come immigrato e chi invece vuole fare della struttura un avamposto sicuro per i propri traffici di malaffare. La struttura non può e non deve essere un luogo dove possa esserci posto per clandestini irregolari, delinquenti che si mischiano con chi chiede legittimamente asilo, e sempre più persone iniziano a chiedersi su chi dovrebbe controllare, anche perché dalla successiva perquisizione sono saltate fuori altre dosi di droghe, giustificate per uso personale dai “proprietari”, incalzati dalle domande dei carabinieri.



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