I nodi da sciogliere sono ancora parecchi (pannellature, percorsi separati, viabilità, parcheggi e sorveglianza), ma l’attuale sede della Misericordia avrebbe avuto il sostanziale via libera per ospitare il centro vaccinale di Atripalda
La comunità di Atripalda, e non solo quella degli ultra80enni, appare a dir poco disorientata dalla mancanza di informazioni e comunicazioni relativamente all’avvio della campagna di vaccinazioni anti-Covid-19 nella nostra città. Un fenomeno che interessa, direttamente e indirettamente, almeno un terzo delle famiglie atripaldesi, perché alla comprensibile aspettativa dei circa 700 anziani interessati si somma quella dei loro parenti più prossimi, preoccupati dall’incessante risalita del contagio (78 nuovi casi dall’inizio dell’anno), costato la vita domenica scorsa ad un’altra concittadina, R.G. di 95 anni, la sesta vittima atripaldese del Covid-19 dall’inizio della pandemia (oltre a quella di Ferdinando Maffeo residente a Roma).
Un numero crescente di cittadini si rivolge quotidianamente anche alla nostra redazione per avere informazioni, alcuni dei quali (questa mattina due noti avvocati cittadini hanno chiesto con insistenza di parlare col sindaco, ndr.) hanno anche minacciato di rivolgersi al Prefetto o al Procuratore se entro pochi giorni non partirà anche ad Atripalda la somministrazione del vaccino “Pfizer-BioNTech Covid-19”, come già avvenuto in altre 9 sedi vaccinali in provincia di Avellino (e domani parte anche Avellino), compreso Montemarano che fa parte della stessa “Aggregazione funzionale territoriale” di Atripalda, con oltre 4mila anziani irpini che hanno già ricevuto la prima dose.
Ma qual è la situazione? L’unica cosa certa, al momento, sembra essere la sede del centro vaccinale di Atripalda e cioè il Centro diurno per anziani di via Rapolla (si può escludere, quindi, l’alternativa della tendostruttura di contrada Alvanite). La struttura, che attualmente ospita la sede della Misericordia, sarebbe stata giudicata la migliore dell’intera provincia perché nuova e ben organizzata e avrebbe anche avuto un primo via libera dall’Ufficio prevenzione dell’Asl di Avellino. Sembra, però, che il direttore generale Maria Morgante, alla quale spetta l’ultima firma sull’autorizzazione, abbia espresso perplessità sul fatto che i locali per la somministrazione del vaccino fossero stati individuati al secondo piano, chiedendo ai funzionari dell’Ufficio prevenzione di assumersi la responsabilità rispetto ad eventuali infortuni, i quali, nonostante la presenza di un ascensore da 13 posti, si sarebbero guardati bene dal farlo. Ed ecco che, ieri mattina, il sindaco Spagnuolo, accompagnato dai geometri De Cicco e Berardino, si sarebbe recato proprio presso l’Ufficio prevenzione dell’Asl per trovare una via d’uscita.
Una riunione rapidissima da cui il primo cittadino di Atripalda è uscito con la consapevolezza che i locali per i box vaccinali e le relative pertinenze dovessero essere necessariamente individuati al piano terra del Centro diurno, dove gli spazi però non sono così ampi ed organizzati come ai piani superiori e, perciò, necessiterebbero di alcuni interventi, come il montaggio di pareti divisorie leggere (pannellature) e l’individuazione di percorsi di entrata e uscita separati e adeguatamente segnalati. Inoltre, è necessario prevedere anche un “piano traffico” ad hoc perché sarebbe stata richiesta l’individuazione in piazza Di Donato di almeno 8 posti riservati al personale ed all’utenza, impossibili da reperire senza sopprimere tutti o quasi i pochi a disposizione dei residenti, ma solo rendendo carrabile l’area pedonale di piazza Di Donato. E, come se non bastasse, resterebbe anche da affrontare il nodo della sorveglianza dei vaccini e della gestione del pubblico per evitare assembramenti, altrove affidata alla Protezione civile oppure a volontari.
In conclusione, sembrerebbe che, se non sorgeranno altre difficoltà, il centro vaccinale possa essere pronto entro sabato, il che farebbe supporre che le vaccinazioni ad Atripalda possano partire entro lunedì 1 marzo.