Il primo cittadino si confronta sui temi della settimana: il rendiconto 2017, la soppressione di una guardia medica e l’invio delle bollette per la spazzatura
Il Bilancio Consuntivo 2017 verrà proposto all’approvazione del Consiglio Comunale nella prossima settimana, dopo l’approvazione dello schema in Giunta avvenuta il 07 maggio e l’acquisizione del parere favorevole del Revisore dei Conti in data 23 maggio, rispettando il termine fissato dal Prefetto.
In questo caso si sconta un ritardo fisiologico conseguente al ritardo maturato per il bilancio, ampiamente spiegato in precedenza; infatti anche la norma prevede la scadenza per l’approvazione del rendiconto il mese successivo a quella per il bilancio.
Risulta complesso sintetizzare in poche battute i risultati di un anno di gestione, tuttavia appare evidente che sono state sostanzialmente rispettate le già rigorose previsioni di bilancio, anche perche quest’ultimo approvato soltanto ad agosto inoltrato, per i notevoli ritardi ereditati dall’amministrazione uscente.
Vi è stato un ulteriore rigore nel controllo delle spese della seconda parte dell’anno, che ha consentito di assorbire anche alcune mancate entrate e che in Consuntivo ci lascia un risultato positivo di circa 257.000,00 euro, al netto dei recuperi delle quote dei piani di disavanzo e delle rate per rimborso mutui.
Insomma il primo passo nel percorso verso il definitivo riequilibrio della situazione finanziaria del Comune è stato fatto, ed è andato bene; occorre proseguire con la stessa determinazione e fiducia.
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In questi giorni vengono recapitati gli Avvisi di pagamento della Tari 2018 riportanti come data di scadenza della prima rata il 31 maggio scorso. Il responsabile del Settore Entrate, con un avviso pubblicato sul sito internet del Comune, ha già precisato che il ritardo nel recapito degli avvisi è da addebitarsi al servizio postale ed ha avvertito i contribuenti che, per tale ragione, la scadenza del 31 maggio scorso è prorogata al 16 giugno prossimo: in ogni caso alcuni contribuenti ci hanno segnalato che l’aumento della tariffa rispetto allo scorso anno sarebbe superiore al 2-3% dichiarato in sede di approvazione, per arrivare in alcuni casi anche al 10%: è così?
L’aumento medio è pari a circa il 3-4%, ma il Consiglio Comunale ha approvato il nuovo piano finanziario complessivo, che comprende anche i riparti tra le varie categorie di contribuenti, e tra queste ci sono stati dei riequilibri e delle modifiche differenziate, dovute ad una serie di ragioni.
Infatti, modifiche possono essere state determinate da variazioni di numero di contribuenti all’interno delle singole categorie, così come per la determinazione dei costi connessi alla parte fissa e quelli relativi alla parte variabile della tariffa; giova peraltro ricordare che il piano finanziario di quest’anno ha dovuto assorbire tali modifiche tra le categorie in buona parte già previste nel piano finanziario predisposto lo scorso anno ma mai portato in Consiglio Comunale per l’approvazione.
E’ evidente, peraltro che, dall’applicazione di tali meccanismi, se vi sono casi di aumenti maggiori all’aumento medio, vi sono anche casi di aumenti inferiori, come ad esempio per i nuclei familiari con un solo componente.
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Dal 1 giugno scorso il Presidio di continuità assistenziale del distretto di Atripalda (che comprende 8 comuni ed una popolazione di circa 25mila abitanti), al pari di altri presidi, ha perso una unità medica, passando da 7 a 6 (ma potrebbero presto scendere a 5 o addirittura a 4 se sarà applicato alla lettera il piano regionale che prevede 1 guardia medica ogni 5mila abitanti) e l’Ufficio di coordinamento delle attività distrettuali (Ucad) del Distretto di Atripalda ha già espresso preoccupazione per le conseguenze sulla qualità delle prestazioni e sulla sicurezza degli stessi medici: qual è il grado di coinvolgimento dei sindaci in queste decisioni? E a suo avviso Atripalda riuscirà ad evitare la soppressione di altri medici?
Come già riportato nella domanda, si tratta di conseguenze dell’attuazione della programmazione regionale e dei piani attuativi delle sedi territoriali sanitarie, di livello sovracomunale.
La valutazione complessiva, che comprende anche le conseguenze sulle sedi ospedaliere, è abbastanza negativa, in quanto non mi pare che le aree interne della Campania siano sufficientemente salvaguardate nei livelli complessivi dei servizi, e non si tiene neanche sufficientemente conto che molta utenza regionale si sposta verso le strutture delle aree interne, appesantendole ancora di più.
Come Sindaci, siamo coinvolti come Assemblea e comitato dei Sindaci nel valutare le programmazioni della nostra ASL, che tuttavia risultano già abbastanza “obbligate” dovendo muoversi all’interno dei binari tracciati dalla Regione.
Dopo anni in cui c’è stato un certo distacco o disinteresse rispetto a queste vicende, pochi mesi fa è stata riconvocata l’Assemblea dei Sindaci ed eletto il Comitato, all’unanimità, individuando i Sindaci dei comuni sedi di presidi ospedalieri, proprio per segnalare che i presidi e le loro distribuzioni sul territorio sono una priorità di tutti.
Siamo impegnati a che si aprano spazi di confronto maggiori con chi programma, ma credo che il livello della programmazione regionale sia quello dove occorre invertire una rotta sempre più incentrata sulle aree metropolitane e costiere della regione.
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Qual è la “buona notizia” della settimana?
Non si può non segnalare la presentazione di venerdì 8 giugno, presso la Sala Consiliare, del Gonfalone Comunale restaurato, a cura del nostro concittadino onorario Enzo Angiuoni, a cui siamo grati sia per quanto fatto in questa occasione, sia per la continua attenzione, affetto e vicinanza che manifesta costantemente verso noi atripaldesi e le vicende della nostra città.