Lo storico gruppo che insieme al resto della famiglia lo accoglie ogni volta che torna in città gli ha donato un quadro realizzato dal maestro Carmine Tranchese, il sindaco gli ha dedicato una pergamena
Ieri, domenica 12 gennaio, Enzo Angiuoni ha tagliato un traguardo anagrafico certamente importante: 80 anni. L’imprenditore, titolare della “Enzo Degli Angiuoni Spa”, una realtà di riferimento nel mercato internazionale dei produttori di tessuti per arredamento, è annoverato tra i manager più apprezzati in Italia e non solo: basti pensare che nel 2016 la sua azienda ha collaborato all’arredamento della cappella vaticana “Redemptoris Mater”, un raffinato intervento che gli valse persino i ringraziamenti di Papa Francesco I.
Per festeggiare l’importante traguardo anagrafico l’imprenditore “brianzolo” ha ricevuto un omaggio particolarmente emozionante: il suo storico gruppo di amici ha commissionato all’artista Carmine Tranchese un quadro su tela raffigurante Enzo accanto ai genitori Sabino ed Anna, intenti a vendere la propria merce durante il tradizionale mercato. Alle spalle della famiglia svetta il convento di San Pasquale: l’immagine perfetta della città che Enzo, a soli 17 anni, abbandonò alla ricerca di un futuro migliore a Milano.
Anche l’Amministrazione comunale ha omaggiato il magnate, cittadino onorario di Atripalda. Per questo motivo l’Amministrazione ha fatto preparare una pergamena che recita: “L’Amministrazione Comunale, raccogliendo il sentimento diffuso della cittadinanza di Atripalda, augura un felice 80° compleanno al cittadino onorario Enzo Angiuoni che da sempre ha dimostrato attaccamento vicinanza e sensibilità verso la nostra città”.
Angiuoni ricevette la cittadinanza onoraria il 21 dicembre 2013: un giusto riconoscimento alla brillante carriera e soprattutto all’umana generosità che ha sempre dimostrato verso la città di Atripalda. Svariati infatti i progetti che egli ha interamente finanziato. Tra i tanti: il restauro del convento di San Pasquale, l’organizzazione della “partita del cuore” che permise di donare un’incubatrice alla clinica “Santa Rita”, i portoni di bronzo della chiesa madre, le borse di studio ed il libro di foto curato dal prof. La Sala.
Un uomo coraggioso che grazie al talento e alla caparbietà è riuscito a superare ogni difficoltà e a realizzare i propri sogni professionali ed intimi senza mai dimenticare la sua Atripalda: l’esempio perfetto soprattutto per le nuove generazioni che spesso si lasciano sopraffare dalle difficoltà di questi tempi.