I consiglieri Antonacci e Spagnuolo del Pd e Musto dei Popolari sembrano in corsa
Le “manovre” per riportare a Palazzo Caracciolo almeno un rappresentante atripaldese, dopo la mancata rielezione di Moschella e la decadenza di Tuccia, sono cominciate già in piena estate, quando è trapelata la notizia che il sindaco Giuseppe Spagnuolo si sarebbe candidato per la presidenza del parlamentino provinciale alla testa di una lista che vedeva insieme popolari, moderati e parte dei democratici. L’ipotesi non è ancora del tutto tramontata, ma ha perso certamente molta consistenza perché i democratici, la cui organizzazione provinciale è stata affidata da qualche settimana all’atripaldese Pasquale Penza, sembrano avviati a considerare la candidatura unitaria del sindaco di Avella, Domenico Biancardi, oppure le candidatura di area del sindaco di Montemarano, Beniamino Palmieri, oppure del sindaco di Teora, Stefano Farina, mentre il centrodestra appare ancora indeciso sul da farsi se saltasse l’opzione Biancardi. I popolari, dove le posizioni di De Mita e Petracca non sembrano più coincidere come un tempo, sarebbero più propensi a presentare al massimo una lista autonoma e a rinunciare alla candidatura per la presidenza, anche per la difficoltà oggettiva a raccogliere le 230 firme necessarie da depositare entro il prossimo 10 ottobre. In questo caso, però, se tramontasse l’ipotesi del sindaco Spagnuolo candidato alla presidenza prenderebbe corpo quella di un consigliere comunale candidato al Consiglio provinciale. Al momento l’unico nome che si sente fare, per una serie di ragioni, è quello dell’assessore Mirko Musto.
Ma non è finita qui. Perché il Consiglio comunale di Atripalda potrebbe esprimere altre due candidature, entrambe del Partito democratico, una in maggioranza e l’altra in minoranza, per ora costruite separatamente ma non si sa se destinate alla stessa lista, né se resteranno in piedi fino all’ultimo. I nomi che circolano con maggiore insistenza sono quelli dei due capogruppo consiliari Salvatore Antonacci e Paolo Spagnuolo, il primo quale riferimento dell’area che fa capo a Gianluca Festa, il secondo del parlamentare Del Basso De Caro. Naturalmente si tratta solo di indiscrezioni che potrebbero non trovare alcuna conferma ufficiale. A quanto pare, infatti, l’ex sindaco Spagnuolo potrebbe convincersi proprio in queste ore a cedere il posto a Rosanna Repole, sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi e moglie del giornalista atripaldese Antonio Porcelli.
In ogni caso, appare altresì evidente che le “manovre” sono e restano tutte interne ai partiti e agli eletti dal momento che al Consiglio provinciale, ente depotenziato dalla riforma Delrio, possono candidarsi e possono votare, con un “peso” elettorale proporzionale alla grandezza territoriale, soltanto i consiglieri comunali in carica. Il dato più interessante, però, è che quasi certamente nessun consigliere comunale di Avellino dovrebbe candidarsi alla Provincia perché il sindaco pentastellato Vincenzo Ciampi, sempre privo di una maggioranza politica, sembra destinato ad essere sfiduciato di qui a breve, con il conseguenziale scioglimento di tutto il Consiglio comunale che determinerebbe la decadenza anche dalla carica di consigliere provinciale. E a giovarsi di questa condizione dovrebbero essere soprattutto i candidati dei comuni più grandi, come Atripalda, sui quali certamente confluiranno i pesantissimi voti dei consiglieri comunali di Avellino, ognuno per la propria corrente.