Scoperta la targa che dà il nome di Biagio Venezia alla piazzetta di largo Orta. Grande emozione di amici e parenti in una cerimonia bagnata dalla pioggia
Con una cerimonia condizionata dalla pioggia, ma emotivamente molto coinvolgente, è stata scoperta la targa che dà il nome di Biagio Venezia ai giardini di largo Genio Alpini Orta, il suo testamento spirituale.
La famiglia, gli amici, i colleghi di lavoro e di partito dell’ex consigliere comunale spentosi nel 2014 si sono ritrovati a condividere un momento atteso per oltre quattro anni e che ha consegnato sia alla memoria che al futuro un pezzo della città di Atripalda.
La moglie Assunta e le figlie Antonella, Rossella e Simona, visibilmente emozionate, hanno ringraziato i presenti, gli amministratori e i sottoscrittori della petizione popolare che ha dato il via all’intitolazione suggerita a suo tempo da Antonio Tomasetti e Raffaele La Sala.
La cerimonia è stata introdotta dal consigliere Salvatore Antonacci che ha tracciato un breve profilo di Biagio Venezia, come militante e amministratore pubblico, un uomo che amava la praticità ma che al tempo stesso sapeva… sognare.
Poi un breve ricordo di Gianluca Roccasecca, direttore de “il Sabato”, il giornale della città che negli anni 2012 e 2013 ha ospitato settimanalmente gli scritti di Biagio Venezia, tutti attualmente pubblicati in una apposita sezione del sito internet del settimanale e parzialmente raccolti in una pubblicazione stampata e distribuita in occasione del primo anniversario della scomparsa.
L’ex vicesindaco Enzo Aquino, al quale si deve l’avvio della petizione popolare per l’intitolazione, ha espresso soddisfazione per il compimento di un iter burocratico che raccogliendo una diffusa volontà ha realizzato un momento di condivisione collettiva.
Ed è stato il sindaco Giuseppe Spagnuolo a spiegare che proprio la forte spinta popolare unita all’interessamento di due amministrazioni comunali, quella precedente guidata da Paolo Spagnuolo, presente alla cerimonia, e quella attuale, ha creato le condizioni favorevoli affinché la Prefettura concedesse, seppure con i suoi tempi, la necessaria deroga per l’intitolazione.
Prima che don Ranieri Picone benedicesse la targa e che fossero liberati i palloncini, giusto una battuta è stata strappata ad uno dei promotori, Raffaele La Sala, il quale ha auspicato che il risultato raggiunto rappresenti un monito per le amministrazioni attuali e future alla salvaguardia dell’ambiente, tema particolarmente caro a Biagio Venezia.