Il nuovo “custode” della Biblioteca di Montevergine è vissuto e ha lavorato ad Atripalda
Il 3 novembre scorso l’atripaldese don Gerardo Di Paolo, nato il 18 marzo 1969, ha ottenuto l’incarico di
direttore della Biblioteca di Montevergine dopo i suoi predecessori padre Placido Mario Tropeani e padre Andrea Davide Cardin. Si tratta di una delle undici biblioteche statali d’Italia annesse a monumenti nazionali dove è custodito un patrimonio documentario e librario di grandissima importanza. Essa è specializzata in materia religiosa e umanistica, ma è fornita anche di testi di argomento scientifico; possiede manoscritti, incunaboli e cinquecentine, fondi musicali, più di 200.000 volumi a stampa dei secoli XVII-XXI, circa 400 testate di periodici e, tra il materiale d’archivio, 7.000 pergamene e più di 100.000 documenti sciolti. Nelle sue sale sono infatti custoditi 21 codici tra cui la Legenda de vita et obitu Sancti Guilielmi, un manoscritto latino del secolo XIII in scrittura beneventana.
Questo tesoro per la filologia è ora nelle mani di don Gerardo Di Paolo che, come ci suggerisce la zia Carmelina Di Paolo, “è uscito dai libri ed ritornato ai libri”.
E’ la stessa parente a fornirci informazioni sulla vita privata del pastore: «Da piccolo viveva ad Avellino, ma era sempre ad Atripalda dalla sua adorata nonna che gli leggeva il Vangelo e la Bibbia. E’ proprio grazie a lei che ha scoperto la sua vocazione e, nonostante il padre non volesse, riusciva a conciliare il lavoro in libreria con la preghiera. Il nostro Gerardo schivo, ma sempre sorridente, tutte le mattine si svegliava alle 5.00 e andava a Montevergine per entrare in contatto con la Madonna della quale è sempre stato attratto. I monaci del Santuario erano sorpresi di lui perché era un giovincello devoto diverso dagli altri; padre Tarcisio e don Luigi Barbarito lo adoravano e, proprio grazie a quest’ultimo, ha trovato il coraggio di rompere quel cordone ombelicale forte che aveva con la famiglia. Il distacco era necessario perché Maria, la Madre delle Madri, lo chiamava a sé. Siamo orgogliosi di lui perché è diventato ciò che voleva pur non tralasciando l’amore per i testi scritti. La nostra è sempre stata una famiglia poggiata su due basi: la forte passione religiosa e la cultura libraria, lui ha saputo trovare un giusto equilibrio».
Don Gerardo di Paolo presso il Pontificio ateneo di Sant’Anselmo in Roma, Facoltà di Teologia, ha conseguito la Licenza in spiritualità Monastica e Storia del Monachesimo e formazione religiosa prenderà parte ad un programma di “formazione” per poter svolgere al meglio il suo compito.