Stefano Iannaccone a caccia di finanziamenti per la campagna contro l’uso delle armi


Il giornalista atripaldese trapiantato a Roma ha scritto il libro inchiesta “Sotto tiro”

Un libro-inchiesta sulla diffusione delle armi in Italia: è questo il nuovo progetto di Stefano Iannaccone, autore e giornalista atripaldese, addetto stampa di “Possibile” e responsabile della campagna “Addio alle armi”, portata avanti insieme ad un gruppo di giovani militanti con il sito www.addioallearmi.it, e con vari incontri promossi sul territorio per spiegare come il contrasto alla diffusione delle armi sia necessario proprio per garantire la sicurezza. E per mobilitare ancora di più i cittadini su questo fenomeno tanto delicato, Iannaccone ha deciso di aprire una campagna di crowdfunding (ricerca fondi) sul sito Eppela.com al fine di reperire le risorse necessarie per la pubblicazione di “Sotto tiro”.

L’obiettivo da raggiungere è stato fissato in 2.000 euro che verranno impiegati per la pubblicazione (1.500 euro) e per la promozione del volume con la volontà di sviluppare un contatto diretto con le persone. Ad oggi è stata già raccolta una parte della cifra immaginata e sarà possibile donare fino al 14 marzo (le donazioni corrispondono alla prenotazione anticipata del libro). Per i sostenitori, inoltre, sono previste anche delle “ricompense” (troverete tutte le info sul sito www.eppela.com).

Il libro-inchiesta “Sotto tiro” mette insieme testimonianze dirette, articoli e approfondimenti sui pericoli legati alle pistole e i fucili così come ci spiega Iannaccone: «E’ un’inchiesta che si pone l’obiettivo di spiegare che un Paese armato è un Paese meno sicuro. Mi spiego meglio con un esempio pratico. Secondo te è più sicuro recarsi in una sala cinematografica dove tutti sono armati oppure il contrario?» Nonostante i dati ufficiali non siano mai stati pubblicati dal Viminale, una stima indica che in Italia già oggi oltre 1 milione e 200mila persone hanno regolare licenza per il possesso di armi. Significa che nel nostro Paese circolano milioni di pistole e fucili: «La riforma della legittima difesa è soltanto una strategia culturale che vuole diffondere le pistole nelle case degli italiani. Infatti la legittima difesa è un istituto già previsto dal nostro codice penale (art. 52). Si tratta di un vero e proprio regalo alle lobby delle armi». Il vero problema da affrontare infatti secondo Iannaccone non è la diffusione delle armi ma i tempi della giustizia: «Il 95% degli indagati per eccesso di legittima difesa viene assolto. La vera criticità sono i tempi. Per arrivare all’assoluzione, infatti, occorrono in media circa 7 anni. La riforma, però, non interviene affatto su questi tempi, ma modifica soltanto il principio di proporzionalità fra offesa e difesa. Se oggi la tua reazione deve essere proporzionata all’offesa, con la riforma tanto desiderata dalla Lega non sarà più cosi ed il rischio di un far west tutto all’italiana sarà molto probabile». Da settembre, in seguito all’approvazione del decreto 104/2018, ci sono state già importanti novità: «Il Governo, recependo quanto stabilito dalla direttiva UE 2017/853, tra le tante modifiche ha alzato i limiti previsti per la detenzione di armi in casa. Il limite delle armi sportive detenibili in casa è passato da 6 a 12, mentre per le armi lunghe e corte i nuovi massimi sono rispettivamente di 10 e 20».



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