L’Aipa è sotto di quasi 100mila euro, la struttura ormai resiste solo grazie alle offerte e alle adozioni a distanza
In questi giorni la delegazione atripaldese di “A.I.P.A” (Associazione italiana protezione animali) ha denunciato tramite i social di avere un “buco” nel proprio bilancio di circa centomila euro causato dal Comune. L’Aipa, infatti, anni fa ha stipulato con il Comune una convenzione per la gestione del canile comunale dietro il pagamento di un contributo annuo di 45.000 euro (ovvero 3.750 euro al mese), sufficienti per acquistare il cibo e prendersi cura nel migliore dei modi dei 200 cani attualmente “residenti” ad Atripalda, e che ricordiamo di proprietà del sindaco. Ebbene, la delegazione atripaldese ha denunciato che questo contributo non viene elargito da due anni e, come si potrebbe facilmente intuire, questa mancanza non avrebbe fatto altro che causare dei disagi alla struttura.
L’associazione, infatti, tramite la propria pagina Facebook, ha dichiarato che ormai si “vive di stenti”, con i cani che ricevono le cure necessarie grazie alle donazioni di qualche anima gentile, ad esempio il famoso calciatore Marcelo Schmelzer, capitano della squadra tedesca Borussia Dortmund, che da sempre collabora con l’associazione “Tierschutzprojekt Italien”, da tempo in contatto proprio con Aipa Atripalda, oppure attraverso le cosiddette adozioni a distanza effettuate da alcune classi scolastiche.
Ed in questa vicenda, c’è anche una piccola curiosità. Nel 2013, infatti, l’associazione portò in tribunale il Comune con il fine di recuperare gli esborsi sostenuti per l’attività di gestione nell’anno precedente. E l’Ente, per la seria “oltre il danno, anche la beffa”, fu condannato anche al pagamento delle spese giudiziarie (1.903,20 euro). Noi abbiamo cercato di capire come stiano le cose, ed effettivamente, almeno nell’albo pretorio, abbiamo trovato riscontro in ciò che afferma l’associazione: mancano le liquidazioni dei contributi relativi sia al 2016 che al 2017. Dunque, una situazione incresciosa, soprattutto quando si ha a che fare con animali già protagonisti di una vita sfortunata da “randagi”. Noi continueremo a seguire la vicenda, sperando che il tutto si possa risolvere per il meglio.